Da quanto scritto in vari paragrafi ( link 1 , link 2 ) si comprende che la cosa più rilevante è poter somministrare i cannabinoidi, cioè i principi attivi della cannabis.
Modalità di assunzione:
1- E’ scorretto fumare la cannabis perché il cannabinoide THC, assolutamente rilevante, viene degradato fino al 40% durante la combustione.
2- La via orale ed inalatoria prevedono un riscaldamento della cannabis – ma non una combustione – e questo per decarbossilare, quindi attivare i cannabinoidi contenuti nei vegetali.
3- Se i cannabinoidi non vengono decarbossilati possono avere una valenza che, ad ogni modo, può esser molto diversa da quella cercata.
4- Quanto rimane in circolo se correttamente utilizzata? Al contrario della cannabis fumata, la forma terapeutica non induce persistenza di elevate quantità in circolo per molto tempo. Si noti che la cannabis fumata, pur decisamente povera dei principi terapeutici, come sopra detto, ha una concentrazione ematica intorno ai 25 ng/ml/plasma ancora dopo 8 ore dopo l’assunzione.
5- Se l’assunzione è per via orale, il substrato deve esser lipidico; quindi si debbono seguire delle prescrizioni terapeutiche precise che non solo indicano la dose globale, ma l’eventuale ripartizione nella giornata, il modo di somministrazione.
6- Il dosaggio, in genere, dovrebbe esser rivalutato in “corso d’opera”. E’ comunque un dato che, una concentrazione costante la si abbia dopo 1 settimana. Per quanto riguarda l’effetto, deve esser sottolineato che c’è differenza tra una varietà di Cannabis e l’altra, di tali differenze si deve tener conto quando vengono indicate concentrazioni e/o posologia.
7- La tecnica d’uso detta di volcanizzazione, sebbene implichi il munirsi di uno strumento che ha un costo, può però permettere di usare una seconda volta il medesimo prodotto, questo, pertanto, riduce le spese sebbene queste siano gravate di un costo di partenza.