Uscire dalla Cronicità

Cura dolori cronici. Cefalea Cronica quotidiana.

Quando gli emicranici raggiungono l’ultima sponda della gravità raggiungono la condizione di dolore cronico-quotidiano, raramente compatibile con l’attività lavorativa, mai compatibile con attività creative e d’intelletto che devono essere abbandonate.

Statistiche da molti paesi del mondo industrializzato indicano una percentuale che coincide con quanto costatato negli ultimi 2 anni: la percentuale è intorno al 5% della popolazione. Peraltro negli ultimi 2 anni si è visto uno slittamento verso le età più giovanili. Le donne sono colpite in ragione dell’80% nelle fasce d’età tra i 30 ed i 55 anni, la percentuale dei maschi interessati da questa patologia risale col diminuire dell’età anche se non arriva a raggiungere la parità. Fatto estremamente recente è l’entrata, in numero sempre crescente, dei bambini nella fascia dei soggetti affetti da cefalea cronica quotidiana.

Poiché questa è una condizione incompatibile con una normale attività produttiva, con una normale vita sociale, è necessario istituire una terapia adeguata.
In effetti il dolore cronico dovrà essere indubbiamente considerato un’emergenza sociosanitaria. Il nostro scopo, lo scopo delle nostre terapie è il recupero alla vita di soggetti che non potevano sperare più.

Dal 94 siamo in grado di portare un intervento farmacologico, basato sull’uso di modulatori negativi della trasmissione aminoacidergica, quest’ultima fondamentale nell’ indurre un “atteggiamento obbligato della cellula a trasmettere segnale dolore”. Da qui è derivata una fascia di interventi farmacologici oggi particolarmente sostenuti nella terapia di profilassi. E’ importante sapere però che esistono approcci specifici per la forma cronica

Questa terapia è consolidata su una casistica di più di 500 casi, è specifica e bastante a rimuovere i meccanismi della cronicità quotidianità. Arriva a rendere il paziente nuovamente sensibile a terapie anti-emicraniche convenzionali.Si ottiene, con questa strategia, di “rimettere in pista” l’80% dei soggetti affetti da cefalea cronica quotidiana che avevano subito un’interruzione della vita intesa nella sua piena accezione.

Da alcuni anni si è messo in evidenza come alcuni soggetti, da identificare con strumenti e test di facile applicazione, risentono in modo molto, molto rilevante di sostanze chiamate “Anticolinesterasici di Seconda Generazione” che sono capaci di “proteggere” l’acetilcolina che è una delle sostanze più attive nel difenderci dal dolore.

Peraltro vi sono forme croniche che risentono positivamente di terapie mirate associate a disambientamento, questo specie quando lo stress che ha indotto la patologia è molto alto. Altrove abbiamo messo in luce il doppio filo che, in natura, connette lo stress al dolore.

A più riprese, da circa 20 anni, abbiamo sottolineato come ci siano importanti connessioni tra cefalea e fibromialgia primaria: sindrome dolorosa a tutto corpo che impedisce il normale movimento e fa percepire dolore in tutti i muscoli scheletrici. Sostanze che agiscono sul sistema “adrenergico simultaneamente ad un’azione sul sistema “serotoninergico di difesa del dolore si sono rivelate di grande utilità. In pazienti in cui la cronicità è ormai cosa vecchia merita però cominciare le terapie con un ciclo di “modulatori negativi delle vie ad aminoacidi eccitatori, di cui si è già sottolineata la capacità a ridurre “il volume” del segnale dolore non in maniera transitoria, ma stabilmente.

Quest’ultimo approccio terapeutico è quello più adeguato a curare i severissimi dolori da deafferentazione, cioè da lesione dei tronchi nervosi, che vivissimi si riferiscono alle aree che sono state offese. Sono dolori che insorgono dopo incidenti, specie della strada o dopo amputazioni chirurgiche necessarie per asportare, per esempio, un tumore o comunque traumatismi ed interventi anche minori; possono però anche insorgere dopo infezione da herpes zoster poiché in questo caso la malattia provoca una “lesione” di quei nervi che portano i segnali della “sensibilità” agli agenti esterni.