Nuovi orientamenti su dolore e neurochimica

NUOVI ORIENTAMENTI SU
DOLORE CRONICO
APPROCCIO AL DOLORE NELL’INFANTE
DOLORE CRONICO MUSCOLO SCHELETRICO
RUOLO DELLA GLICINA
CIRCUITO TRA DOLORE ED EMOTIVITA’
CONTROLLO CORTICALE DEL DOLORE
AMIGDALA-CORTECCIA: I CIRCUITI DI RIORGANIZZAZIONE NEGLI STATI DI DOLORE

IL DOLORE CRONICO E’ UNA MALATTIA A SE’ STANTE
Si son recentemente registrati avanzamenti di rilievo nella comprensione della patobiologia a livello neurale ed intracellulare sia del dolore acuto che di quello persistente. Peraltro è sempre più invalso il concetto che vede il dolore cronico non come sintomo, ma piuttosto come malattia a sè stante. I più recenti avanzamenti hanno proposto il ruolo fondamentale di processi cellular e subcellulari capaci di produrre fenomeni di neuroplasticità patologica che trasforma i networks neuronale a livello del sistema nervoso centrale. Diventano cruciali I meccanismi periferici e centrali della neuroplasticità dei sistemi nocicettivi ed in particolare assume un ruolo fondamentale la plasticità sinaptica neurone-neurone e il segnale glia-neurone rilevante, quest’ultimo in particolare nel dolore neuropatico anche detto centrale. Ne consegue che si aprono spazi di discussione in merito alla correlazione tra plasticità e al segnale pertinente i network cerebrali e supersensitività al messaggio sensitivo algogeno. Infine risulta di grande importanza e criticità il ruolo delle vie discendenti inibitorie e facilitatorie in particolare per quanto concerne l’ogoing del dolore persistente. In particolare luce debbono esser messe le alterazioni patologiche a livello periferico e centrali che in sè sottendono e amplificano i meccanismi del dolore cronico
Speaker: Denise M. Harrison, MN, RN, PhD, School of Nursing, University of Ottawa.
Session: RC 09 – IL TRATTAMENTO DEL DOLORE NEL BAMBINO. RECENTI ACQUISIZIONI E ODIERNI DIBATTITI
Descrizione generale : Alla base di questo discorso porremo le nozioni circa le basi biologiche della trasmissione del segnale sensitivo algogeno, tali dati di fatto sono in effetti la base razionale per poter parlare delle strategie terapeutiche adeguate. Il focus sarà posto sui recenti avanzamenti nella conoscenza dello sviluppo strutturale e funzionale delle vie neuronali che mediano il dolore e la plasticità neuronale nei bambini, negli infanti. Importante in questo campo di ricerche e’ l’identificare nuove direzioni per la misurazione del dolore nei bambini molto piccoli. In secondo luogo varrà la pena soffermarsi sulle strategie di riduzione del dolore nei bambini piccoli e negli che icludono rimedi che vanno da agenti anestetici topici e locali al sucrosi e altre soluzioni dal gusto dolce all’allattamento al seno inglobando strategie fisiche e psicologiche.
A completamento dell’approccio al sollievo del dolore nel bambino piccolo si deve tener conto dello stato corrente concenente strategie comportamentali e farmacologiche. Correlata agli argomenti menzionati è la conoscenza di metodi efficaci a misurare gli esiti ottenuti con ciascuno dei descritti approcci. .E’ inoltre doveroso sottolineare il ruolo del contesto sociale nel dolore cronico

DOLORE CRONICO MUSCOLO-SCHELETRICO
Va sottolineato con special enfasi che non si deve trattare la “malattia” genericamente intesa ma piuttosto il dolore muscoloscheletrico definito sulla migliore comprensione dei meccanismi che causano dolore in un dato, specific individuo. E la logica di questo approccio va ritrovata in recenti, specifiche ricerche che hanno dimostrato come l’osteoartrite, l’artrite reumatoide, il dolore cronico lombosacrale che prima venivano ritenuti dolori periferici legati a specifici stimoli sensitivo/algogeni debbono invece oggi essere visti come caratterizzati da una profonda connotazione di “centralizzazione” del dolore.

LA GLICINA
La glicina è uno dei due neurotrasmettitori ad azione veloce che agiscono a livello del corno dorsale del midollo spinale. Insieme al GABA, questa regola l’eccitabilità del network del corno dorsale midollare in modo da controllare la trasmissione dei segnali nocicettivi a aree superiori del sistema nervoso centrale così da mantenere separati i canali sensitivi nocicettivi dai non-nocicettivi. Il blocco della trasmissione glicinergica operata in vivo mima i tpici segni delle sindromi di dolore cronico incluse iperalgesia ed allodinia come anche reazioni comportamentali al dolore correntemente osservate nell’animale da esperimento. A livello cellulare il blocco dell’inibizione veloce rende i precedentemente normali neuroni nocispecifici super-responsivi a messaggi provenienti da fibre nocicettive e induce firing epilettiformi a livello delle cellule menzionate. I recettori per la glicina sono inoltre bersagli importanti delle sostanze pronocicettive PGE2 prodotte nel midollo spinale in risposta a infiammazioni che hanno luogo in strutture e tessuti periferici. Evidenze recenti indicano che gli endocannabinoidi ed il tetraidrocannabinolo facilitano l’inibizione glicinergica attraverso un ‘interazione diretta con I canali ionici, questo apre nuovi orizzonti alla concezione di nuovi tipi di analgesici.
I network spinali inibitori sono essenziali per la garanzia della processazione normale degli impulsi dolorosi mentre le alterazioni delle funzioni inibitorie posson portare al dolore cronico. La glicina risulta di particolare interesse nel campo dello studio del dolore poichè i più importanti siti d’azione son i circuiti sensitivi spinale e trigeminale.
Studi comportamentali ed elettrofisiologici hanno dimostrato che la glicina ha un ruolo critic nello schermare impulsi cutanei innocui rispetto ai neuroni della lamina I . Inoltre si è evidenziato un ruolo di mediazione di feedback negative degli stimoli nocicettivi. Inoltre si è visto che una disfunzione glicinergica risulta connessa a diverse condizioni di dolore patologico inclusi gli stati di allodinia ed iperalgesia.
E’di rilievo notare che questa inibizione glicinergica selettiva non è funzionante nei neonati e richiede 2 settimane di vita per m aturare, il che puà spiegare la sensibilità degli infanti agli stimoli innocui.

Risultano argomenti di dibattito sia i bersagli cellular e molecolari coinvolti nella allodinia tattile smascherata dalla disfunzione glicinergica sia recenti evidenze che mettono in luce il ruolo degli astrociti nella trasmissione di questa informazione nocipatica ai neuroni trigeminali può compresi nella lamina I.

L’allodinia dinamica meccanica è un sintoma diffuso e intrattabile del dolore neuropatico e per questo sintoma I provvedimenti terapeutici correnti risultano deficitari. Nell’allodinia tattile l’attivazione delle fibre sensitive che normalmente discriminano il tatto sfocia invece in dolore- E’ stata proposta una nuova interpretazione circa il meccanismo di questo sintoma dimostrando che un semplice switch nella inibizione glicinergica a livello trigeminale può trasformare il tatto in dolore così smascherando trasmissione di segnali innocui attraverso un sistema eccitatorio locale NMDA—ipendente che esprime un’isoforma della protein kinasi C.
La disinibizione glicinergica induce una allodinia meccanica non static e morfino resistente il cui output opera attraverso i neuroni nocicettivi privi del recettore NK1. Evidenze sperimentali rivelano che, dopo la rimozione dell’inibizione glicinergica, I messaggi innocui attivano anche gli astrociti il che può contribuire all’aalodinia attraverso il rilascio della D-serina Vi son infine dati che supportano il concetto che gli astrociti partecipino attivamente nel segnalare il dolore.

Lecture Title: DEFICITARIO CONTROLLO CORTICALE COGNITIVO NEL DOLORE
Descrizione generale : Dati elettrofisiologici, farmacologici e comportamentali evidenziano una plasticità maladattativa dell’amigdala che altera negativamente I processi della corteccia frontale mediale, normalmente preposta al controllo dell’amigdala stessa.
Un’attività eccessiva dell’amigdala è pertanto causa e conseguenza della disfunzione corticale negli stati dolorosi. Questo evidente circolo vizioso gioca importante ruolo e non solo nella trasformazione da dolore acuto a dolore cronico ma anche nel persistere di differenti stati e disordini emozionali. Si può quindi discutere di condizioni che permettano un reset dei messaggi della corteccia frontale mediale, tali da portare a un meccanismo di controllo corticale che normalizzi l’attività dell’amigdala, decrementi il dolore e ne diminuisca la durata
Speaker: Volker Neugebauer, Neuroscience & Cell Biology, University of Texas Medical Branch.
Session: TW 08 – DOLORE, PAURA E PASSIONI: IL DOLORE CRONICO E LE INTERAZIONI FRONTOLIMBICHE
Session Description: Il carattere multidimensionale del dolore rappresenta una sfida terapeutica che richiede la conoscenza delle funzioni cerebrali più alte note per regolare gli aspetti emozionali, affettivi e cognitivi. L’argomento cardine risiede nella neurplasticità maladattativa nelle aree prefrontali corticali e nelle aree limbiche sottocorticali.
L’ amigdala è ora riconoscita essere un fattore chiave nella dimensione emozionale-affettiva del dolore il che può correlare deficit cognitivi. La plasticità maladattativa dell’amigdala nel dolore rende scorretta la funzione prefrontale cortical. Tale disfunzione prefrontale corticale porta a una perdita di inibizione dell’attività di processing dell’amigdala. Questo circolo vizioso di anormale attività a livello dell’amigdala e della corteccia prefrontale gioca un ruolo fondamentale nella trasformazione del dolore acuto in persistenti e negativi stati emotivi. La funzione corticale prefrontale è inoltre modellata da alter aree limbiche come il ventrale striato e l’ippocampo.
La riorganizzazione dei processi mnesici e d’apprendimento a livello limbico contribuisce alla trasformazione del dolore a uno stato emotive persistente ma può anche riflettere la sofferenza e le strategie per affrontare le condizioni di dolore cronico.

Lecture Title: AMIGDALA-CORTECCIA: I CIRCUITI DI RIORGANIZZAZIONE NEGLI STATI DI DOLORE
Descrizione generale: Le interazioni tra il settore basolaterale dell’amigdala (BLA) e la corteccia mediale prefrontale medial prefrontale (mPFC) sono di rilevante importanza per l’integrazione di informazioni emozionali. Questo circuito è sottosta a profonda riorganizzazione nelle condizioni di dolore cronico. In particolare, durante gli stati di dolore cronico, si evidenziano mutamenti nell’attività spontanea o indotta di cellule piramidali appartenenti al circuito BLA-mPF.
Negli stati dolorosi, è stato evidenziato un profondo sblanciamento tra le risposte inibitorie e quelle eccitatorie a livello dei neuroni nell’ mPFC. La condizione è stata correlata agli stati di dolore cronico stessi. Approcci farmacologici suggeriscono un preciso ruolo per I neurotrasmettitori inibitori ed eccitatori nelle alterazioni plastiche associate al dolore cronico e questo apre prospettive per nuove possibili strategie terapeutiche.
Speaker: Sabatino Maione, Department of Experimental Medicine, Division of Pharmacology, The Second University of Naples.

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