Nuove Cure per l’Emicrania

NOVITA’ del nostro Gruppo di Ricerca

 

Da molto tempo è noto come Federigo Sicuteri abbia introdotto le cure che interessano serotonina e dopamina. Abbiamo costruito differenti linee terapeutiche per il paziente affetto da emicrania:

1 – l’una basata sulla modulazione negativa degli NMDA metabotropici che, a differenza di qualche anno fa, abbiamo approntato anche in forma di terapia domiciliare;

2 – l’altra basata su terapia su più sistemi e livelli, sul sistema simpatico e parasimpatico, approccio preconizzato dal 1980, ma mai attuato sino ad ora.

In presenza di cefalea vi è prevalenza di un sistema rispetto agli altri, il che configura 3 tipi almeno di cefalalgici. Ne risulta così che possiamo attribuire, da oggi, terapie sulla base della responsività dei diversi, sopra citati, sistemi che controllano il dolore.

Siamo pertanto in grado di istruire la terapia  “ritagliata e cucita a misura di paziente”.

Da una quindicina d’anni ci siamo accorti che  l’assetto terapeutico fondato unicamente sulla “ricostituzione del patrimonio serotonina e dopamina” non era soddisfacente. Maggiore soddisfazione, nostra e soprattutto dei pazienti, è intervenuta con lo studio degli antagonisti (bloccanti) reversibili degli aminoacidi eccitatori. In effetti i pazienti che rispondono a modulatori negativi del glutammato , che fa parte degli aminoacidi eccitatori, vedano come tale approccio possegga un effetto anche in coloro che non rispondono alle terapie più convenzionali  proposte a livello serotonergico e dopaminergico.

Si doveva quindi esser in grado di stabilire chi fossero i pazienti responders e quelli non responders sulla base di stimoli adeguati. E questo è il primo avanzamento di cui possiamo avvalerci: un percorso propedeutico su 180 pazienti che ha portato informazioni che debbono esser ottenute ovviamente prima dell’attribuzione della terapia.

Nell’ultimo biennio abbiamo evoluto anche RICERCHE concernenti:

– la CANNABIS TERAPEUTICA, impiegata nel controllo della crisi algica della cefalea primaria,verificandone sia l’efficacia che il peso degli effetti avversi contro l’Indometacina, il FANS maggiormente provvisto di effetto analgesico e capace di dare moderata, ma registrabile, costrizione dei vasi meningei. Possibilità terapeutiche correlate: controllo di dolori primari e DOLORE ONCOLOGICO.

TERAPIE DECRONICIZZANTI dell’emicrania senz’aura associata a superuso di analgesici con una percentuale di successo del 90%.

– Un nuovo modo di DIAGNOSTICARE non più basato su immagini statiche, ma fondato su acquisizioni dinamiche in scansioni estremamente sottili. Il procedimento è stato portato a termine usando una PET/TC acquisita durante parossismi di dolore primario. Questo strumento ha permesso d’evidenziare che l’attivazione dell’area ipotalamica non si verifica in tutti i casi e, soprattutto, non si verifica in tutti i casi di cefalea a grappolo cronica. Questo pone interrogativi sulle basi di intervento di prassi volti a modificare l’attività di quest’area.

53 commenti su “Nuove Cure per l’Emicrania”

    • Buonasera Sig.ra Fatima,
      ci chiami al numero 0552466010 oppure al 0552480716,
      la metteremo in contatto direttamente con la Prof.ssa Sicuteri Nicolodi.
      Un caro saluto,
      Fondazione Sicuteri Nicolodi

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  1. buona sera,
    vorrei, se possibile, ricevere alcune informazioni sull’emicranea con aurea. la nostra famiglia è soggetta a forti mal di testa, ma mio figlio ogni 11 mesi ha due attacchi di emicranea con aure, almeno credo sia quella. il nostro medico dice che non è necessaria una visita neurologica, visto gli epidosi rari. voi cosa mi consigliate?
    i suoi episodi si svolgono così:
    . dal nulla incomincia a vedere pallini luminosi
    . si corica e dopo 60 minuti circa inizia il mal di testa che spesso lo induce al vomito
    vomita anche due volte e poi si addormenta per un’ora, quando si sveglia il mal di testa meno aggressivo fino a sparire. cosa posso fare? grazie del vostro interessamento.

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    • Gentilissimi,
      tutte le forme di emicrania con aura, specie quelle con aura visiva, hanno la caratteristica di manifestarsi a “ciuffi”, in altre parole, si verificano 2 o anche più attacchi ravvicinati, indi, per un tempo variabile, la condizione ha tregua.
      Come sapete l’aura è un disturbo neurologico transitorio, ciò significa che non dovrebbe lasciare lesione a livello cerebrale anche se, proprio a questo livello, son state indentificate anomalie durante l’attacco stesso.
      La forma con aura è quella che si connette a maggiori rischi cardio-cerebrovascolare, come evidenziato nella letteratura scientifica, pertanto una cura sarebbe opportuna anche per evitare possibili problemi futuri.
      Non comprendo se l’aura visiva con fosfeni- i cosiddettti pallini luminosi- inficia e quanto il campo visivo e se la durata del fenomeno è 60 min, poichè quello è il limite massimo di durata, non frequente nelle persone giovani.
      Esistono cure specifiche sia a livello acuto che quale prevenzione, ambedue gli interventi debbon esser scientificamente basati, quindi è non possibile, nemmeno a livello legale, dar ricettazioni online.
      Tenete presente che in Europa, non sempre in Italia, esistono terapie contro l’aura che non sono solo analgesici, ma hanno rilevanza anche curativa.
      E’ ovvio che ogni persona ha caratteristiche diverse, quindi, le linee guida generale sono, per usare parole semplici, come “lezioni di scuola guida teoriche”.
      In effetti io mi baso sulle vostre parole, ma sarebbero da vagliare altri parametri sia neurologici, che eredofamiliari, sia fattori algologici – cioè di spettanza di terapia del dolore, sia fattori di medicina interna –
      Si parla, se comprendo, di persona decisamente giovane e quindi necessitante di esauriente indagine nei campi sopra indicati.

      I migliori saluti
      PS come avrete compreso non la riteniamo cosa da accettare, anche perchè le patologie, tutte, col tempo non migliorano. E questo lo sappiamo tutti, medici e non medici.
      M Sicuteri Nicolodi

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  2. Buongiorno,
    Soffro di cefalea tensiva cronicizzata da molti anni, ho già provato moltissime strade terapeutiche, ma la situazione non fa che peggiorare. Come posso avere una vostra consulenza? Grazie
    Alessandra di Torino

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  3. Buongiorno, da qualche anno ho
    Cominciato a soffrire di emicrania con aurea ma mentre prima avevo un attacco ogni 4-6 mesi, negli ultimi
    15 giorni ho avuto due attacchi improvvisi e fortissimi con disturbi visivi, formicolii, difficoltà a parlare, debolezza e sonnolenza. L’ultimo attacco è avvenuto ieri mattina e non mi è ancora passato dopo 24 ore compresa la notte in cui non ho dormito. Dovrei fare una risonanza?
    Grazie

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    • Poichè lei soffre di emicrania con aura da tempo – se abbiamo compreso non ha invece mai emicrania senz’aura – il fatto che l’attacco sia più lungo del solito non ha rilevanza, pare inoltre di capire che questo sia il secondo di due attacchi con aura con disturbi visivi e cheirorali. Aura di per sè severa e importante, non sappiamo se l’aura sia totalmente cambiata rispetto agli episodi precedenti, però è certo che corrisponde a una forma specifica e complessa di aura. Comprendiamo però, come detto, che l’emicrania con aura era presente, sebbene in tono minore, da diverso tempo. Quanto inoltre non sappiamo
      è la durata dell’aura – se ha superato i 60 min faccia l’RMN, altrimenti non vi sono indicazioni. Tenga conto inoltre che le immaginografie TAC o RMN fanno parte della medicina cautelativa, ma non aiuteranno il suo curante e specialista ad individuare il meccanismo e, pertanto, non saranno di guida alla sua personale terapia che a questo punto va stimata tenendo conto sì del peggioramento, ma anche del fatto che tale forma di cefalea viene ad attacchi ravvicinati, indi si hanno, nella più parte dei casi, periodi senza cefalea per periodi anche lunghi, indi gli attacchi si ripresentano e così via.
      Detto questo, può esser che facendo un’immaginografia, quali le
      sovramenzionate, compaiono piccole e molteplici lesioni – Questo è un aspetto da far valutare a un neurologo che sia anche specialista del dolore, in genere, però, non comportano allarme alcuno.
      Con i più cari saluti,
      M Sicuteri Nicolodi

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  4. Buongiorno, ho 34 anni e soffro di emicrania con aura da 20, ho sempre avuto 2/3 attacchi all’anno, ma negli ultimi due mesi sono stati 7, per 5 martedì consecutivi, puntuale come un orologio, sono stato male, gli attacchi non erano sempre uguali, a volte molto dolorosi e altre volte più sopportabili.
    Lo scorso giovedì sono stato malissimo ed infine domenica si è manifestata solamente l’aura, nessuno sfocio in mal di testa. Ho notato che se la crisi capita di sera solitamente è più dolorosa, cosa mi consigliate?
    Grazie, buon lavoro.

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    • Gentilissimo,
      se permette divido la domanda che mi giunge nei seguenti punti:
      1- lei comincia da bambino, direi in 5^ elementare o poco più;
      2- lei è affetto da emicrania senz’aura che però non annovera pochi attacchi, anzi;
      3- la differenza di severità e durata sembrerebbe indicare che lei è in
      condizioni di peggioramento e, in questo caso, le consiglio di fare una cura, non intendo però con analgesici correnti, ma specifici, di controllo della patologia e terapizzazione anche sulla singola crisi, che in genere invalida (tant’è vero che questa forma di cefalea faceva sì, una volta asseverata, di riforma al servizio militare, poichè in aura si perde visione corretta, coesiste dolore generalmente molto violento, rende pertanto impossibile effettuare un combattimento)
      4- si è visto con RMN – senza mezzo di contrasto – che l’emicrania con aura si associa assai spesso a piccole gliosi, sta a dire con microinfarti. E’, in effetti, la forma che lega più rischi cerebro e cardiovascolare. Sul nostro blog trova un articolo piuttosto esauriente, anche se non recentissimo, credo sia di 2 anni fa, in cui si evidenzia questo punto;
      5- lei sa che per questa via non si può prescrivere alcunchè mancando una visita, che, per esempio, potrebbe far scoprire altre patologie. Di fatti la legge punisce in tal caso il medico per mancanza di evidenze su cui basi in scienza e coscienza;
      6- lei necessita, come avrà già capito e credo che per questo ella scriva, di terapia per il singolo attacco e terapia di prevenzione;
      7- http://ihs-classification.org/it/02_klassifikation/02_teil1/01.02.06_migraine.html
      in ultimo le ho qui allegato il link che può usare per comprendere quanto sia rilevante,
      ma anche variegato, il mondo dell’emicrania con aura;
      8- stanti 7 possibili varietà di questa forma e almeno 6 parametri con cui il medico deve cimentarsi, comprende come non esista un intervento terapeutico che si adatti a tutti; siamo esseri umani e non fotocopie, quindi “ognuno è a modo suo” Dio permettendo;
      9- ripeto, vista l’odierna alta frequenza, lei si deve curare poichè
      è normale che forme come da lei descritta, per quanto di se stesso dice, debba ricorrere a uno specialista che sia neurologo e specializzato in algologia – dottrina che insegna le origini e la natura dei disturbi dolorosi;
      10- è frequente che si presenti la sola aura quando l’arco di tempo in cui si manifesta questa malattia sta per volgere alla fine. Difatti, a parte casi sfortunati, gli attacchi son pochi in un anno – lei ne ha totalizzati quanto bastava per 2 anni e oltre. In genere tali attacchi, nella forma ordinaria, hanno un andamento a ciuffi; mi spiego meglio: di norma il paziente ha uno/due attacchi poi, la forma si ripresenta dopo diversi mesi in cui sembra che tutto sia risolto. Invece la malattia persiste con un suo ritmo che talvolta, ma certo non sempre, è influenzato da fattori esterni che, ad ogni modo, non sono
      la causa, ma il detonatore.

      NB
      Tutti gli attacchi si presentano non con severità costante. La linearità e la replicazione non esistono in medicina e, parrà strano, nemmeno in matematica evoluta. Figuriamoci quanti parametri mette in gioco un essere umano! Qui deve operare il medico ben diagnosticando tutto il suo paziente, che, come detto, non è mai la copia di nessun altro.

      Un saluto carissimo
      M Sicuteri Nicolodi

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  5. Buongiorno il mio nome è giovanni
    Soffro di cefalea da ormai quasi 30 anni ho provato tante terapie sembrava che dopo ogni terapia fatta cambiava qualcosa ma invece come ogni volta ricominciavano le crisi sistematicamente.
    adesso mi ritrovo ad un punto che quasi ogni giorno devo prendere il maxalt perchè la crisi mi fa stare malissimo con vomito e depressione io non so più cosa fare perchè mi sono accorto dopo ogni assunzione di maxalt mi viene come una forma di rilassamento muscolare e con un senso di torpore alla testa .
    In questo periodo che è da qualche mese che la mattina mi alzo prestissimo per andare a lavoro a metà giornata sistematicamente devo assumere il maxalt
    Chiedo tutto questo può continuare ..?
    Io non mi sono mai assentato dal lavoro o solamente qualche giorno all’anno ma sto arrivando ad un punto di non farcela più avete consigli da darmi ?
    Un cordiale saluto Giovanni

    Rispondi
    • Gentile Signor Giovanni,
      scusi per il ritardo nel risponderle e veniamo ai suoi seri problemi e seria malattia, in verità questa patologia è
      stata definita dall’ OMS a neglected disease- una malattia negletta e questo, secondo il dizionario, significa che è cosa tascurata, abbandonata, dimenticata…un po’come alla fine credo, si senta lei.
      Come ella fa rilevare, lei sta correndo rischi per organi e apparati facendo un uso di triptani in misura tale che le industrie produttrici stesse chiaramente definiscono improprio. Comprendiamo benissimo che sono davvero una rarità i pazienti con dolori cronici che sono “abusatori”. La verità è che utilizzan male e a oro danno questi farmaci perchè, non avendo trovato una terapia che riduca attacchi e severità degli attacchi, si consegnano al capestro di questo uso larghissimo per avere una vita sociale e lavorativa appena accettabile e non sempre accettabile diventa. Come messo in luce da tutti i ricercatori, dalla Società Mondiale delle Cefalee, un largo o larghissimo uso di analgesici e triptani porta anche a
      ulteriore cronicizzazione. Quindi, alla fine, il nocumento è tutto pagato dal paziente. Per la verità , son ormai decenni che dedichiamo la maggior parte delle nostre ricerche alle forme croniche a anche associate a superuso di analgesici così aiutando tantissimi.
      Ovviamente per mail è improponibile fare una diagnosi criteriata e adire, quindi, a provvedimenti terapeutici che abbiano una qualsiasi validità. In effetti ad oggi si parla, ed era l’ora, di terapia su misura. In altre parole, senza nulla togliere alle linee guida da tutti conosciute, resta da conoscere quello specifico essere umano che è il “nostro” paziente, non un caso x. E questo è cercare di avvicinarsi alla medicina genetica che, ormai, iniziata da almeno 10 anni nel campo dellle cefalee, darà i suoi veri frutti tra una ventina d’anni.
      Ma bisogna tenerne conto: in poche parole le patologie hanno sì dei fattori predisponenti che però agiscono su un terreno ed ognuno di noi è un terreno diverso. Sarà ben difficile conoscere la medicina genetica intera se non tra 50 anni, però, da ora, bisogna tener conto che esiste e che ognuno di noi ha i suoi tempi, i suoi modi, da qui dipende il fatto che ognuno ha la sua personale terapia.
      Sinora, per esempio, era noto solo che l’ipertensione era caratteristica delle persone oltre i 20 anni. Sinora si sapeva che era regolata da qualcosa che si chiama converting enzyme. Ora, per esempio, si sa che ci son importanti recettori AT a livello del Sistema
      Nervoso Centrale e che ognuno ha i suoi personali funzionamenti.

      Lei, ad ogni modo e sin a questo punto, non si deve sentire, per questo, un malato irresolubile poichè tanti, nelle sue condizioni, son tornati a sorridere. Deve avere il tempo di curarsi e la forza di accettare, ella per primo, che è malato.

      Con stima e comprensione
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  6. Salve,

    mi chiamo Andrea ed ho 32 anni. Ho iniziato a soffrire di mal di testa (anche di forte intensità) dai tempi dell’università ma gli attacchi non erano frequenti e bastavano dei semplici antidolorifici per farli cessare.
    Da circa tre anni il problema è peggiorato ed ho un attacco dalle 4 alle 6 volte al mese, anche due volte a settimana, che mi costringe a letto, al buio ed al silenzio. Il dolore è accompagnato da nausea e sfocia in vomito ma non durava per più di 24 ore grazie all’ausilio di punture di muscoril e feldene.
    L’anno scorso mi sono rivolto al centro cefalee di Arezzo che mi ha diagnosticato una cefalea senza aura, prescivendomi l’uso quotidiano di gradient e almogran come antidolorifico al bisogno ed imigran in soluzione iniettabile in presenza di attacchi ormai forti.
    Ho seguito il trattamento per 6 mesi non traendone alcun giovamento anzi, il problema è ulteriormente peggiorato causandomi mal di testa quotidiani di lieve intensità per sfociare in attacchi più forti che durano per più giorni. I medicinali almogran e imigrant non mi danno nessun giovamento e devo ricorrere alle solite benedette punture di voltaren e feldene. Spesso devo recarmi al pronto soccorso per trattamenti più forti e dove la tac e l’ecg ha escluso altri problemi, solo una pressione arteriosa alta ereditata in famiglia. Ho ricontattato il centro cefalee che mi ha fissato un appuntamento dopo 6 mesi (ancora devo fare questa seconda visita). Nel frattempo mi sono recato da un neurologo che, elencandogli la situazione mi ha fatto interrompere la vecchia terapia prescrivendomi invece inderal che, a suo parere, avrebbe risolto sia la cefalea che la pressione alta. In più mi ha prescritto una visita ad un centro ipertensione dove il dottore ha confermato la terapia del neurologo con inderal e max alt da prendere all’inizio di ogni attacco.
    Sono passati altri 3 mesi e non ho ricevuto ancora nessun giovamento né sulla pressione né sulla cefalea che sembra adesso essere diventata, in alcuni episodi, emicranea con aura e dura per molti giorni.
    L’ultimo attacco è partito mercoledi scorso ed ho usato max alt, il giorno dopo al risveglio era ancora presente ed ho usato max alt, il giorno dopo era ancora presente ed ho usato max alt, il giorno dopo era ancora presente ed ho usato voltaren standomene tutto il giorno a letto. Alla sera era ancora presente e sono ricorso alle solite punture di voltaren e muscoril, il giorno dopo avevo ancora mal di testa forte e mi sono recato in pronto soccorso dove ho effettuato ancora tac ed ecg risultati nella norma. La flebo di non so cosa mi ha dato un sollievo immediato ma il mal di testa si è ripresentato il giorno dopo.
    Non so più cosa fare, mi vengono brutti pensieri e mi sento depresso come non mai. Ho un figlio di 1 anno ed una moglie ed i rapporti, per quanto mi sforzi, si stanno deteriorando. Anche il lavoro ne sta risentendo. Vi prego datemi consiglio. Non so piu cosa fare.

    Rispondi
    • Caro Andrea,
      la sua mail somiglia molto a quella del Signor Giovanni, ed ambedue siete disperati.

      Come ho scritto a Giovanni, questa patologia è stata definita dall’OMS a neglected disease – una malattia negletta – a rigor di dizionario significa che è cosa tascurata, abbandonata, dimenticata. Come sa e come, probabilmente, sottolinea il suo medico di base, lei sta correndo rischi per organi e apparati
      facendo un uso di triptani, e/o forse altri tipi d’abortivi in acuto del dolore, in misura tale che le industrie produttrici stesse chiaramente definiscono improprio e lesivo. Con questo non intendiamo dire che voi siate abusatori. In realtà si sconsiglia un uso frequente di tali farmaci perchè, non essendo una terapia di fondo mirata a ridurre attacchi e severità degli attacchi, consegnano il sofferente al capestro di questo uso larghissimo per avere una vita sociale e lavorativa appena accettabile, e non sempre accettabile diventa. E’ un discorso rilevante poichè, come enunciato da tutti i ricercatori e dalla Società Mondiale delle Cefalee, un largo o larghissimo uso di analgesici e triptani porta anche a ulteriore cronicizzazione. Quindi, alla fine, il nocumento è tutto pagato dal paziente. Per la verità, son ormai decenni che dedichiamo la maggior parte delle nostre ricerche alle forme croniche e anche associate a superuso di analgesici, così aiutando tantissimi. Ovviamente per mail è improponibile fare una diagnosi criteriata e adire, quindi, a provvedimenti terapeutici che abbiano una qualsiasi validità. In effetti ad oggi si parla, ed era l’ora, di terapia su misura. In altre parole, senza nulla togliere alle linee guida da tutti conosciute, resta da conoscere quello specifico essere umano che è il “nostro” paziente, non un caso x. E questo è cercare di avvicinarsi alla medicina genetica che, ormai iniziata da almeno 10 anni nel campo delle cefalee, darà i suoi veri frutti tra una ventina d’anni. Ma bisogna tenerne conto: in poche parole le patologie hanno sì dei fattori predisponenti, che però agiscono su un terreno ed ognuno di noi è un terreno diverso perchè non siamo dei replicanti, ma esseri umani. Sarà ben difficile conoscere la medicina genetica intera se non tra tanti anni, però, da ora, bisogna tener conto che esiste e che ognuno di noi ha i suoi tempi, i suoi modi. Da qui dipende il fatto che ognuno ha la sua, personale, terapia non convertibile con quella di un altro. Sinora, per esempio, ha tentato una sola terapia che lei riferisce non aver dato nessun buon frutto. Il primo consiglio è quello di avvisare chi imposta la terapia e di farlo, anche se le cose vanno benissimo, ogni due mesi. Diversamente, appena il paziente si accorge che la condizione di salute sta virando male, deve esser istaurata nuova terapia. Ovviamente le terapie non si provan come fossero berretti o vestiti, ma vanno calibrate tenendo conto di diagnosi esatta, test quali valutazione d’iperalgsia, allodinia e molti altri parametri caratterizzanti il sofferente che a te si affida, in te, medico specialista, confida poichè è vero che di cefalea non si muore, però si muore lentamente e in gran silenzio. Lei, ad ogni modo e sin a questo punto, non si deve sentire, per questo, un malato irresolubile poichè tanti, nelle sue condizioni, son tornati a sorridere.
      Deve avere il tempo di curarsi e la forza di accettare, ella per primo, che è malato e che, con impegno e solidarietà bilaterale medico-sofferente, la via può esser percorsa.
      P.S. Ignoro se nel suo stellium familiare ci sia ipertensione o patologia cardio o cerebro vascolare, ma le faccio rilevare che i triptani, alcuni in modo più marcato di altri, sono controindicati qualora si dubiti della possibilità d’ipertensione e questo è riportato sui fogli ministeriali. E’ peraltro vero che il parametro dolore è un vero e proprio parametro vitale, capace di alterare dalla frequenza del respiro, al ritmo cardiaco, alla pressione sisto-diastolica. Peraltro i FANs, per la loro valenza sull’attività natriuretica, posson aggravare-determinare variazioni pressorie e qui, appunto, bisogna conoscere non solo la diagnosi del mal di testa, ma anche tutta la ereditarietà familiare.

      Con stima e comprensione
      M Sicuteri Nicolodi

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  7. Salve,
    sono Eleonora ho 20 anni e un mal di testa classificato come tensivo da un anno e mezzo.
    È un mal di testa invalidante che mi costringe a letto con la nausea; ho provato varie terapie tra cui il laroxyl e il topamax ma con scarsi effetti tanto che ogni giorno mi trovo costretta a ricorrere a tachidol o toradol…..vi chiedo aiuto se avete consigli da darmi vorrei ricominciare ad avere una vita normale

    Rispondi
    • Gentilissima Eleonora,
      come ad altri espresso, secondo legge non possiamo che dare indirizzi generici
      poichè non basati su dati derivanti da un accertamento.
      Si chiarisce che un accertamento non si esaurisce con l’espletamento di
      esami immaginografici o del sangue, ma deve esser completato obbligatoriamente
      da dati che il medico, che non deve esser solo un neurologo, ma anche
      algologo, cioè un esperto del dolore, come ovvio, deve desumere da test e
      challenge non difficilissimi da eseguire, ma obbligatori.
      Peraltro, da quanto ella indica, dalle terapie di profilassi e dai
      provvedimenti per il dolore in acuto che ella usa, non parrebbe trattarsi di
      una cefalea tensiva, o almeno non solo di quella, il cui vero nome è di tipo
      tensivo – tension type- e non si correla in modo più specifico che non
      l’emicrania senz’aura a momenti scatenanti di stress e contratture antalgiche.
      Peraltro niente le è stato attributo quale sintomatico o terapia in
      quest’ultimo senso. Indi parrebbe trattarsi di forma cronica, probabilmente in
      largo uso di abortivi del dolore, sebbene per via mediale non si possa escludere
      che si associ anche una tension-type. Comunque, secondo i criteri non solo nostri,
      ma dell’International Headache Society, la forma tension-type non si associa a dolore
      invalidante tale da costringere a letto, quindi all’immobilità. Pertanto, nel suo caso,
      sembrerebbe di dover iniziare col porre una diagnosi chiara e cristallina,
      diversamente su cosa possiamo basare una terapia adatta al suo caso?
      Se vuole, siamo qui e da decenni facciamo esattamente questo,
      a questo dedicando ricerche continue.
      Un caro saluto
      M Sicuteri Nicolodi
      PS Se vuole può contattarci al 0552466010, oppure inviare una mail
      a: info@fondazionesicuterinicolodi.it lasciando un suo contatto telefonico,
      la chiameremo al più presto.

      Rispondi
  8. Buongiorno, soffro di emicrania con aura e da un paio d’anni ho avuto attacchi ravvicinati che prima non avevo eccezion fatta che per tre precedenti episodi avvenuti a sedici, diciotto e trentasei anni…Poi basta fino all’età di quarantanove e da due anni ne ho contati circa una dozzina e forse più… Sono certo che a causare questo tipo di malessere che mi negli ultimi tempi ha compromesso non poco la mia vita in senso di organizzazione e altro sia stato uno stress che ho faticato a superare. Tuttavia su suggerimento del mio medico curante ho eseguito anche una risonanza cerebrale che fortunatamente ha dato esito negativo; ho notato che a parte lo stress alcuni episodi credo siano stati determinati dall’assunzione di alcuni alimenti che dopo qualche ora mi procurano il mal di testa alla tempia sinistra senza aura, mentre quando mi viene dalla parte destra è quasi sempre preceduto dagli scintilli lampeggianti frastagliati della durata di mezzora circa… Da qualche mese non avevo più manifestazioni ma a causa di un tamponamento in auto ho avuto un problema cervicale che mi ha di nuovo evidenziato l’aura sin dal giorno successivo e nell’ultimo mese e mezzo almeno sei attacchi. Esiste un centro che possa aiutarmi a superare questo problema che mi sta limitando moltissimo?
    Vi ringrazio e porgo Vive Cordialità.
    Fabio

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      ella soffre di un numero decisamente elevato di emicranie con aura che paion
      essere visive poichè ella altro non ci narra. Per la verità curare
      un’emicrania con aura in genere non è difficile e le percentuali di successo
      son davvero molto alte.
      Certo un colpo di frusta può peggiorare la situazione, ma non certo renderla
      entità diversa da prima. Ad ogni buon conto l’aliquota indotta dall’evento
      traumatico deve esser presa in considerazione e deve esserne valutato
      l’effetto stressante del trauma. Mi pare, però, che qui si tratti di una
      forma cronica che assembla emicrania con aura ed emicrania senz’aura.
      Per la verità, in letteratura, e nell’esperienza, non vi sono alimenti che,
      in modo particolare, determinino una forma con aura. Tra l’altro è già molto
      tempo che il cibo possa rientrare tra i triggers che però devon associarsi a
      tanti altri: dai cambiamenti climatici, agli stress fisici ed emotivi etc.
      Ad ogni modo si deve fare una differenza assoluta tra sostanze che fanno
      detonare il problema e condizioni che generano il problema. Sempre in linea
      generale, v’è da dire che l’emicrania con aura riconosce un tratto ereditario,
      il che non significa per nulla che non possa esser terapizzata con gran
      successo.
      La durata dell’aura è, generalmente, di 15-20 min, ma può durare, in
      particolari casi, sino a un’ora, quindi la durata dei fosfeni o scotomi
      luminosi – le luci che lei vede così si chiamano – non è fuori range.
      Il fatto che si intruda emicrania sen’zaura nell’emicrania con aura è la cosa
      più comune che accada, ma anche questa si presenta come curabile.
      Per la verità il nostro gruppo ha fatto ricerca e terapia della cefalea
      dall’inizio degli anni 50 e, da allora sino ad oggi, ricerche e introduzione di terapie innovative
      non son mai cessate. Per quanto riguarda la limitazione
      indotta dallo stato che lei descrive, comprendiamo perfettamente che questa malattia
      le distrugge la vita, in silenzio, giorno per giorno, ed è perchè comprendiamo la Vostra sofferenza che
      non abbiamo cessato di cercare ed innovare.
      Con viva Simpatia,
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  9. Buongiorno.
    da parecchio tempo soffro di emicranie, e negli ultimi periodi questi episodi si verificano con cadenza mensile. Sono talmente debilitanti da lasciarmi a letto per almeno 24 ore, nei casi più fortunati, altrimenti si sono verificate crisi che duravano anche 2 giorni.
    Non sono ancora riuscita ad identificare con chiarezza i segnali premonitori, per questo non riesco a bloccare le crisi acute che si manifestano con forte dolore che parte dal collo e si irradia a meta testa con parecchio fastidio ad un occhio, mi immobilizza , vomito ripetutamente e mi sento parecchio confusa , a volte vedo male.
    Sono molto preoccupata e da una parte spero che sia solo emicrania. Mio padre all’eta di 35 anni ( io ora ne ho 34) è deceduto per aneurisma cerebrale. l’ultimo controllo con risonanza magnetica , l’ho fatto circa 7 anni fa.
    So di essere una persona ansiosa e sotto stress questi episodi peggiorano, sono andata dal mio medico che suppone siano cefalee da stress, e mi ha dato la ricetta per alcuni medicinali che tangono a bada le emozioni, psicofarmaci. Ovviamente non li ho presi! sono a dir poco contraria , non penso che alciìuni problemi si debbano risolvere in questo modo.
    Cosa mi consiglia di fare?
    grazie mille e buon lavoro.

    Rispondi
    • Carissima,
      lei ha attacchi molto robusti, l’unica e magra consolazione è che
      li ha in ragione di uno al mese, anche se lungo 2 giorni.
      Lo stress esacerba molte malattie o determina delle fasi critiche. Tra
      queste non è certo novità che esacerba dalla gastrite, alla colite, alle
      collagenopatie – per esempio al lupus sistemico. Detto in senso generale, non
      nella cefalea, lo stress fa da detonatore. Purtroppo non vi son farmaci contro lo stress , ci sono solo sedativi generali
      che agiscono ottundendo si, in parte, una quota di recezione del dolore ma
      fondamentalmente abbassando il tono muscolare e determinando un rallentamento
      dei riflessi. Per controllare lo stress posson esistere, o meglio, esistono,
      vie non farmacologiche dalla psicoterapia, che è decisamente lunga, alla
      meditazione che poi ed in sintesi è detereminante perchè impone un momento di
      distacco dal quotidiano affannoso o anche strumenti che modulano l’attività
      del area limbica, l’ippocampo, i nuclei talamici etc…che determinano le reazioni
      dell’individuo alle condizioni ambientali. In tal caso un breve periodo di
      trattamento farmacologico, ben scelto, può aiutare ad imboccare questa strada
      non farmacologica.
      Una volta chiaro che lo stress innesca – ma non può determinare in sè e per
      sè- la cefale è altresì chiaro che lei deve porre rimedio a questo dolore.
      Lei dice di soffrirne mensilmente. Ne soffre durante il mestruo? Se così
      fosse sarebbe una emicrania catameniale, che , in genere, è di elevata
      severità. Diversamente e, parrebbbe il caso suo, visto che parla di cefalea se
      sotto stress, parrebbe trattarsi di emicrania senz’aura. Son due entità che
      non sono proprio identiche pertanto l’approccio terapeutico è differente.
      Ad ogni modo se lei interviene esattamente all’inizio è già manovra efficace.
      Per quanto concerne l’aneurisma cerebrale, si dovrebbe parlare di rottura
      dell’aneurisma. L’aneurisma in sè non induce cefalea, ma se , per esempio, vi son momenti in
      cui la pressione sistolica aumenta, può via via rendersi più fragile sin quando
      non si rompe, lei, a scopo cautelativo, potrebbe fare un’angio-RMN,
      se ne è portatrice dovrà controllare la pressione sisto-diastolica.
      Comunque gli aneurismi son patologie che non hanno nessun momento patogenetico
      in comune, son due condizioni ben distinte. Solo che al momento della rottura
      può verificarsi un dolore cefalico di estrema severità poichè il sangue entra
      nel liquor e in tal via si genera bradichinina, che la “colpevole del dolore”.
      Ma questo, come si comprende, anche solo in casi fortunatissimi, non si
      replica che poche volte e non ripetizioni cadenzate mensilmente. L’aneurisma è
      la dilatazione patologica di un vaso la cui parete può sfiancarsi e, al fine,
      rompersi. Come ben si comprende, queste alterazioni della parete vasale non
      hanno correlazione con l’ indole di un paziente.
      Ho cercato di illustrarle quanto mi pareva fosse da lei richiesto. Direi però
      che dovrebbe cercare un analgesico efficace e stare in guardia poichè, se gli
      attacchi aumentan di numero, lei entra a tutto titolo fra chi deve fare una
      terapia preventiva atta a diminuire la severità e la frequenza degli attacchi.
      Un caro saluto,
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  10. Ciao sono Nunziatina è da 15 anni che sofrro di emicrania acuta, gli attacchi prima erano più lievi e ogni due tre mesi ora sono tutte le settimane ho provato tante cure ma sto bene solo dopo aver preso maxsalt.adesso sto facendo il topamax, ma me lo devono sospendere .Avevo letto da qualche parte che facendo il botulino si può risolvere ,lei mi può dare qualche consiglio? Grazie

    Rispondi
    • Gentilissima Nunziatina,
      il botulino è senza dubbio cosa interessante,
      è in uso da almeno 35 anni in neurologia, soprattutto per la terapia delle discinesie-
      distonie. Nel 2010 è’ stato approvato dalla FDA per le forme croniche e
      refattarie e un attacco a settimana, il che vuol dire 4 attacchi al mese, non è
      certo una forma cronica che tale si definisce solo quando è presente per 15
      giorni al mese o più per 3 mesi, ovviamente questa è un’indicazione molto
      rigida e può esser resa flessibile; comunque i giorni con mal di testa debbon
      essere almeno il doppio di quanti lei denuncia. Comprendo che debbano esser
      attacchi molto robusti, tali da invalidarla qualora non assuma il suo triptano
      per tempo, ma , da quanto leggo, non vedrei la corretta applicazione. Ad ogni
      modo il botox – cioè la tossina botulinica, ha un ampio effetto sul Sistema
      nervoso e, come decritto da articoli scientifici, il fatto che possa funzionare
      o meno forse lo si può evincere dai livelli di CGRP misurato come CGRP-LI in
      prelievi ottenuti dal paziente in attacco. Tale determinazione non è fattibile
      di routine. Di sicuro resta che il meccanismo d’azione sembra correlarsi alle
      tachichinine che la Dr. Elena Del Bianco ed io evidenziammo, ormai molti anni
      fa, come correlati ai picchi di dolore. Peraltro, quindi, se scorre la
      letteratura può vedere che ci son agenti che, in via naturale, possono incidere
      sul rilascio di queste sostanze.
      In ultimo, ella dice di aver fatto molte cure, però, per incrociare
      l’indicazione assoluta alla tossina botulinica, è corretto conoscere l’esito
      di più terapie. Lei cita il topamax che deve abbandonare, ma sembrerebbe, da
      quanto scrive, le fosse stato di giovamento. E questa è cosa che non solo si
      presenta come ostativa ai criteri di ammissione alla tossina, ma determina
      altri quesiti circa il suo stato di salute generale che non deve mai esser
      dimenticato poichè, per certo, non si può, in medicina, asserire che è
      giusto il vecchio detto – Danno scaccia danno.
      Speriamo di esserle stati utili,
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  11. Ciao sono Eleonora, ho 18 anni e soffro di emicrania e cefalea tensiva da 10 anni circa. Negli ultimi anni il mal di testa è aumentato sempre di più tanto da farmi stare a letto anche per una settimana con nausea. Ho provato varie strade fra cui integratori, massaggi pensando che derivasse magari da una tensione muscolare e nel frattempo andavo avanti con il moment; in una settimana succedeva che ne prendevo 8. Non so più cosa fare, il mio medico di base mi ha consigliato di andare dall’osteopata, al centro cefalee di Padova e di farmi gli esami del sangue e delle urine complete. Volevo sentire un consiglio di cosa potrei fare per stare un po’ meglio, non chiedo di non aver più mal di testa perché è impossibile ma almeno se si può fare qualcosa per ridurlo. Grazie

    Rispondi
    • Carissima Eleonora,
      sta di fatto, se ben comprendo, che lei ha un’emicrania,
      probabilmente senz’aura, poichè niente ella descrive che deponga in tal senso,
      associata a contrattura dei muscoli, in genere i muscoli che si contraggono
      sono quelli delle spalle, del collo, che si chiaman, rispettivamente,
      trapezi e muscolo elevatore della spalla. Se il dolore è lì è molto probabile
      che non si tratti di cefalea tension-type, talvolta denominata muscolo
      tensiva seguendo una tassonomia ora in disuso – Potrebbe infatti darsi, ma ci
      basiamo solo so un paio di informazione che ella ci sta fornendo, che si tratti di emicrania
      caratterizzata da alta frequenza, il che induce a una condizione detta di
      contrattura antalgica; in altre parole ella, irrigidendosi, impedisce
      movimenti bruschi della testa che potrebbero esacerbare il dolore e questo
      fenomeno si verifica quando, appunto, gli attacchi son frequenti e di una
      certa severità. Quest’ultima possibilità è quella che più frequentemente si
      dà.
      Se così fosse sarebbe anche meno difficile curarla poichè molti provvedimenti
      farmacologici e non farmacologici, soprattutto quando in sinergia, la
      potrebbero aiutare. Qui ci dobbiamo fermare poichè per via mediale non si
      posson indicare i farmaci e questo per legge, poichè si finirebbe davvero col
      somigliare tristemente a una televendita.
      Possiamo però dire alcune cose poichè sono decenni che rivolgiamo la più parte
      delle nostre ricerche e innovazioni terapeutiche proprio alle forme più severe
      o croniche con o senza abuso di analgesici o triptani, che hanno, in linguaggio
      medico, il nome di “abortivi in acuto dell’attacco.

      Intanto le possiamo dire che la forma tension-type, o muscolo tensiva, può
      migliorare con l’attività fisica, all’opposto la forma emicranica costringe
      spesso alla quasi immobilità.

      In ogni caso un uso abbastanza serrato di abortivi in acuto del dolore,
      anche se ben funzionano, induce, in tempi più o meno brevi, ad una condizione
      di subcronicità o cronicità del dolore.
      Questo non perchè gli analgesici o triptani siano in sè un male, solo che non
      se ne può prendere più di tanti, non solo perchè inducono effetti avversi – e
      questo lo si può comprendere bene – ma anche perchè, come d’altro canto
      indicano anche le aziende produttrici, son solo rimedio temporaneo sin quando
      funzionano, di certo non curano…in altre parole, non hanno lo scopo di
      diradare gli attacchi e/o di renderli vieppiù meno severi.
      Tale ufficio è assolto solo dalle cosiddette cure di fondo che si applicano
      quando gli attacchi son 4 o più al mese e qui ci sembra che tale quota sia
      ampiamente superata.
      Per quanto riguarda esami del sangue o immaginografie, questi, in persone
      che soffron da tanti anni, non sono indirizzate a definire condizioni che
      posson generare una cefalea; per parlarsi in modo molto diretto, se lei avesse
      un tumore al cervello a quest’ora non ci sarebbe più. Sono invece utili,
      assieme ad altri dati rilevati in visita, a comprendere quali sostanze NON sono
      adatte a lei perchè creerebbero anche danno a qualche altro organo o apparato.
      Per esempio: se avesse i reni, cosa improbabile, un poco compromessi
      bisognerebbe evitare molte categorie di farmaci o anche fitoterapici e così via.
      L’assicurazione è che comunque vi son tanti pazienti, ma tanti, che si possono
      aiutare a ritrovare, come ella fa intendere, una qualità di vita non così
      disabilitata.
      Quindi, avanti, è ora di cominciare non a tamponare il dolore volta volta,
      che risulta strategia perdente in questi casi più aggressivi, e lei lo sta
      indicando chiaramente, ma a curare questa malattia che malattia è. L’ OMS parla
      di malattia negletta – Hedache a neglected disease – Atlas 2011

      Non sappiamo come possa intervenire l’osteopata o forse il posturologo perchè
      non l’abbiamo mai visitata.
      Per nostra esperienza possiamo dire che l’osteopatia, assai valida nelle
      forme di artrosi, che lei non ha, e che non danno cefalea perchè allora vorrebbe
      dire che la cefalea è una malattia della vecchiaia e le assicuriamo che così
      non è, spesso rifiuta di eseguire manipolazioni quando la cefalea, come nel suo
      caso, già produce contratture antalgiche.
      Ad ogni modo questa valutazione può esser confutata o riconfermata dopo una
      visita ove si accerti iperalgesia, allodinia, jolting test e comunque tutti i
      criteri e dati scientifici atti a porre chiara diagnosi visto che solo una
      chiara diagnosi abilita a impalcare la corretta terapia.

      Un saluto carissimo,
      Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  12. Buongiorno sono Biondina ho 38 anni e Soffro di emicranie da 20 anni e ho la cefalea continua non so cosa significa più stare bene .Quando mi viene l’emicrania resto a letto per giorni e il problema è che non si calma nemmeno a letto ho la nausea mi si bloccano le gambe mi vengono le vertigini. .ho fatto un sacco di cure ma senza risultati ..prendo il toradol fino a tre al giorno ho usato imigran il relpax sandomicran ecc. Ma niente il mio mal di testa e sempre qui …ho fatto 2 anni di terapie perché ho sempre un peso sulle spalle. .non so più che strada prendere soffro di ansia che spesso mi viene di notte ..credo che sia legata al mio mal di testa che non mi passa ..vedo che la mia vita sta passando e io non sto bene ho una bella famiglia e ho 2 figlie una di 19 anni e l’altra di 14 e mi dispiace non poter dare il meglio di me . Volevo un consiglio da voi spero di trovare un rimedio grazie .

    Rispondi
    • Gentilissima,
      ricollegando i dati che ella ci fornisce – per la verità non
      molti – sembra si tratti di forma d’emicrania cronica con entrata in super-uso
      di analgesici. Si è quindi, in questo modo, trasformata in una Medication over-
      use headache. Cioè in una forma peggiore, in qualche modo.
      Ora, si comprende che quando si sta male, ma nn si può fare gli eremiti, tutti
      ci si rivolge alle medicazioni in acuto, che però, e qui, a onor del vero
      nessuna industria produttrice mente, non fanno altro che il provvedere, sin
      quando efficaci, al qui ed ora del dolore, senza niente potere sul domani
      doloroso del paziente. Comprende che questa non è la strada da percorrere.
      Anche nel nostro sito è riportato che questo tipo di gestione porta ad una
      spirale di peggioramento. Sono tanti anni che curiamo queste forme croniche
      anche in superuso di analgesici, così aiutando tantissimi. L’associazione tra
      cefalea ed ansia è frequentissima sebbene, in questa sede, nient’altro si possa
      aggiungere mancando ogni esito di test, dati biochimici indicanti il livello di
      stress e così via.
      Che lei stia male è palese, sta male nel corpo e nell’anima. Ci lasci però
      dire che lei può essere curata. E forse anche con sostanze naturali. Abbiamo
      scritto anche su quelle.
      L’unica ragionevole ed onesta indicazione è: scelga una via diversa dagli
      analgesici quotidiani poichè così non arriverà a migliorare. Tenga sempre conto
      che lei ormai è cronica, o almeno così noi comprendiamo ella sia
      dalla sua frase “prendo il toradol fino a tre al giorno, ho usato imigran, il
      relpax” Sembrerebbe attestare una notevole severità degli attacchi e una
      frequentazione degli stessi piuttosto ampia. Forse molto ampia.
      Inoltre la invitiamo a distinguere sempre tra farmaci di profilassi- ad
      esempio sandomigran che, evidentemente, non l’ha aiutata, ma forse qui c’è una
      ragione: per esempio, lo prendeva facendo largo uso di triptani? In tal caso
      era praticamente impossibile funzionasse poichè ambedue i farmaci sono
      destinati ad agire con recettori simili, meglio il pizotifene, detto
      sandomigran, è un antagonista della serotonina che agisce principalmente sui
      recettori 5-HT2A, i triptani agiscon sempre sugli stessi recettori della
      serotonina ma con effetto opposto, comprende bene che si crea una “lotta” tra
      principi farmacologici.
      Qui mi fermo perchè rischio di entrare in un linguaggio che è un pò troppo da
      addetti ai lavori, spero comunque di averle dato qualche informazione che le
      possa tornare utile.
      Un abbraccio
      Comprendo benissimo la sua sofferenza.
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  13. Mi chiamo Brunella paone…soffro di emicrania e cefalea sin all’età di 9 anni…prima avevo 23 attacchi al mese, con il passare degli anni gli attacchi sono divenuti sempre più frequenti fino alla cronicizzazione…..sono andata in tanti centri , ho fatto cure di ogni specie ma senza nessun risultato….adesso sono arrivata a prendere triptani associati ad antidolorifici tutti i giorni, nn ne posso più…vi prego aiutatemi…grazie

    Rispondi
    • Gentilissima,
      comprendiamo che lei ha un’emicrania cronicizzata ed è in
      superuso di analgesici, problema che, da 20 anni, assorbe la maggior pare
      delle nostre ricerche e terapie anche, e decisamente, innovative. In tal modo
      si riesce e siamo riusciti a migliorare decisamente la vita di tantisssimi
      sofferenti.
      Il purtroppo che andiamo ora a scrivere è che, al momento, altro di lei non
      sappiamo e, ad ogni modo, non è corretto basare indicazioni mediche tramite
      strutture mediali.
      Si può però far rilevare dei dati che son di base:
      1- con i tanti analgesici che lei pare consumare, diventa una medication over-
      use headache. Condizione critica anche per il suo organismo tutto.
      2- gli abortivi in acuto del dolore, in effetti, non migliorano niente del
      domani doloroso del paziente e di questo son prime testimoni le stesse
      industrie produttrici. Sebbene con questo non si voglia certo incriminare il
      paziente come abusatore poichè voi state effettivamente molto male e l’OMS
      registra la cefalea tra le top ten di tutte le patologie.
      3- esistono cure che, oltre a ripulire organismo e recettori fiaccati dai
      tanti analgesici e triptani, determinano una buona decronicizzazione.
      Un vivissimo saluto

      Rispondi
  14. Gentile Dott.ssa sono una signora di 64 anni che ha goduto di buona salute fino a 5 anni fa quando in seguito a problematiche familiari e’ iniziata una sintomatologia cerebrale con mal id testa , acufeni cerebrali, malessere della testa. Ho effettuato tutti gli accertamenti di …..rito Tac, RMN doppler vasi del collo esami ematici visite specialistiche neuro oto psichiatriche . Ho iniziato una terapia psichiatrica con ssri, benzodiazepine, Dominans 10mg, (ultima terapia in corso) senza nessun giovamento. Riposo bene ho appetito sono un po’ in sovrappeso, prendo statine, ho effettuato un periodo di cura anche con Cardioaspirina di tre mesi senza nessun miglioramento, Ultimo tentativo anche con Brintellix gtt. Devo premettere che ho grosse difficolta’ ad assume psicofarmici per gli effetti collaterali che io avverto. L’emicrania e’ stata definita “nummulare” praticamente sempre localizzata nell’emisfero sx che in acuto non recede con nulla! mi dura circa 24-36 ore .2-3 volte ogni 10gg. non ho aurea importante non disturbi visivi ma sento quando sta arrivando. Mi lascia una forte spossatezza dopo l’episodio acuto. nell’intervallo fra le crisi ho spessso un forte”solletico” generalizzarto sulla testa molto fastidioso. che riesco a lenire solo con un massaggio del cuoio capelluto per riaffiorare appena interrotto il massaggio. gli acufeni sonto molto forti quando ho questi episodi. Mi sta distruggendo la vita! Paradossalmente quando ho il “chiodo” non ho altri disturbi . Puo’ consigliarmi qualcosa? Ha riscontrato altri casi analoghi? Grazie dell’attenzione Heather Soar

    Rispondi
    • Problema n. 1
      Dolore in un’area limitata e circoscritta del capo, in assenza di una
      qualche lesione delle strutture sottostanti.
      Il dolore è avvertito esclusivamente in un’area rotondeggiante o ellittica, tipicamente di 2-6 cm di diametro.
      Il dolore è cronico, a decorso continuo o inframmezzato da remissioni
      spontanee di durata da alcune settimane ad alcuni mesi.
      L’area dolorosa può essere localizzata in qualunque parte del capo ma è in genere situata nella regione parietale. Il dolore rimane confinato nella stessa area sintomatica e non varia in forma o dimensioni nel tempo. Al dolore di fondo possono sovrapporsi esacerbazioni lancinanti della durata di alcuni secondi o a incremento graduale nel giro di 10 minuti-2 ore. Durante e al di fuori dei periodi sintomatici, nell’area affetta possono evidenziarsi variabili combinazioni di ipoestesia, disestesie, parestesie, ipersensibilità e/o altre sensazioni fastidiose.
      Periodi di remissione spontanea sono stati osservati nel 38% dei pazienti, con ripresa del dolore continuo dopo settimane o mesi.
      Ora, qui vi son atipie, per esempio il periodo temporale – il suo in
      effetti non è dolore cronico ma pare, dalla descrittiva, ripetersi circa 6 volte al mese , purtroppo per lei con manifestazioni durature.
      I formicolii potrebbero rientrare tra le disestesie indicate.
      In genere c’è una risposta terapeutica se lo si tratta come forma trigeminale

      Problema n.2
      L’altro problema è la distimia che, per come ella riferisce, è trattata quale depressione, verosimilmente secondaria e reattiva, ma
      potrebbe ipotizzarsi anche sindrome da stress post-traumatico che, in effetti poco risponde a quanto ella indica e che definisce non attivi e provvisti di effetti avversi.

      Le due patologie, ove verificate, non sembra possan avere comune denominatore.

      Resta quindi il fatto che il caso deve esser verificato e correttamente diagnosticato onde porre in essere terapia attiva su più livelli senza “riempirla” di farmaci.
      Un caro saluto
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  15. Buongiorno io sono 4 anni che soffro di cefalea a grappolo non so più cosa fare faccio 2 punture al giorno di emigran x il dolore è tutti i giorni prendo lisopiting mi potete aiutare grazie

    Rispondi
    • Gentilissimo,
      certo che possiamo vedere d’aiutarla. Dal suo messaggio sembra
      che lei sia affetto da cefalea a grappolo in forma cronica.
      Comprendendo l’handicap in cui vive, non possiamo che sottolineare che l’uso quotidiano di triptani,
      certo risolve al momento, ma non produrrà nessun beneficio alla lunga, anzi,
      come in altre forme di cefalea, la porta verso l’affermazione di cronicità.
      Di questo, per esser sinceri, fanno menzione tutte le case produttrici di
      analgesici e triptani.
      Sembrerebbe, stando a quanto narra, fosse da rivedere la terapia di fondo,
      quella cioè mirata a far diminuire frequenza e severità degli attacchi.
      Se vuole ci telefoni.
      Un vivo saluto
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  16. Buongiorno Dott. sono un’infermiera e da una ventina d’anni soffro di mal di testa ma negli ultimi anni mi sono peggiorata ora ultimamente da circa tre quattro mesi durante le ore notturne cioe’ non appena poggio la testa sul cuscino mi sovviene l di testa e mi si irradia davanti alle orbite degli occhi tutto questo dal momento in cui poggio la testa ripeto sul cuscino.premesa i tutto cuscini postura massaggi terapie varie consulenze ortopediche consulenze neurologiche sa essendo nel campo ma senza nessun risultato puo’ darmi qualche aiuto? grazie loredana s.

    Rispondi
    • Gentile Signora Loredana,
      non sappiamo se la cefalea di questi ultimi anni -non sappiamo quanti-
      compare quando lei va in clinostatismo o viene aggravata da quella posizione,
      cioè dallo stare coricata distesa, quindi la domanda risulta solo una: ma
      lei ha cefalea se, durante il giorn,o si sdraia sul letto per un’oretta?
      Se la risposta è si è probabile che vi sia un carico ormonale. Ad esempio
      questo tipo di cefalea si trova nelle donne che fanno terapia dopo
      quadrantectomia usando Gynodian depot e Tamoxifene, ma potrebbero esserci,
      ovviamente, altri moventi, farmacologici e non farmacologici, a indurre
      quest’evento. Lei però fa menzione specifica del porre la testa sul cuscino,
      quindi potrebbe andare a stimolare una, chiamiamola, ipersensibilità detta
      allodinia che, per la verità, è di facile accertamento e si associa alle forme
      croniche, cosa che sembra esserle pertinente poichè denuncia una storia molto
      remota per quanto concerne il dolore.
      Da quanto scrive sembra di poter escludere una cefalea ipnica poichè ella
      scrive che il dolore interviene – o peggiora molto- quando lei mette la testa
      sul cuscino del letto e non dopo essersi anche brevissimamente addormentata.
      Come vede ci son tante ipotesi da vagliare e , per ognuna, vige una terapia
      diversa, ma stia sicura che c’è. In altre parole – questa potrebbe parere una
      manifestazione stranissima della cefalea- invece ve ne sono di casi simili per
      non dire eguali e ognuno ha ricevuto la sua soluzione.
      Un saluto carissimo

      Rispondi
  17. Buogiorno,
    soffro di mal di testa dall’età adolescenziale, non saprei definire se si trattasse di cefalea o emicrania, fatto sta che erano mal di testa episodici che si risolvevano con analgesici.
    Da circa sette mesi ho mal di tesa, tipo “cerchio alla testa” quasi tutti i giorni, nello specifico un dolore spesso a centro testa che si irradia o sulla fronte o sugli occhi; altre volte ho mal di testa fortissimi che coinvolgono la nuca; spesso anche episodi di vertigini.
    Sono in cura presso centro cefalee per cefalea muscolo tensiva ed emicrania senz’aura tendente alla cronicizzazione,, inoltre ho eseguito visite da vari neurologi.
    Mi è stato prescritto topamx 50 insieme ad Amitriptilina ma nulla, anzi con topomax ho notato un peggioramento. Attualmente sono in cura con inderal 40 e amitriptilina senza successo; per gli attacchi acuti uso difmetrè che non è sempre efficace.
    Ritengo che i miei mal di testa siano peggiorati in seguito ad episodio di encefalopatia posteriore reversibile post partum e quindi in seguito a gravidanza.
    Durante il periodo della gravidanza i mal di testa erano sporadici ma quasi tutti i giorni avevo episodi di vertigini.
    Proprio per l’insuccesso delle terapie e per la maniera di approcciarsi a questa patologia in modo non adeguato da parte dei professionisti che mi seguono, ritenendola poco importante, avevo deciso di seguire terapie alternative prima ovviamente di aver conosciuto questa pagina. .
    Spero di ritornare a condurre una vita normale.
    Cordiali saluti

    Rispondi
    • Cara Alessia,
      in effetti, senza almeno un colloquio che riporti tutta la storia di un
      paziente, non si può, anzi è bene, non fare una diagnosi. Per quanto ella
      riferisce le son stati diagnosticati due tipi di cefalea. In questo caso si
      dovrebbe scegliere se trattare prima l’una o l’altra. Per esperienza diciamo
      che la forma che crea più gravi handicap è la forma emicranica che è caratterizzata
      da crisi anche molto severe che impediscono lo svolgimento di
      attività quotidiane, fino ad allettare il paziente.
      La cefalea di tipo tensivo – traduzione non precisa di tension-type – che sarebbe meglio tradurre
      con un generico “simil tensivo” – è invece un fastidio
      continuo ma, di norma, compatibile con la maggior parte delle attività.
      La sensazione, ma è solo una sensazione, deducibile dalle righe che ci invia, è
      che lei sia una forma di cosiddetta cefalea con super-uso di analgesici.
      I farmaci che i colleghi hanno attribuito parrebbero suggerirlo, così come lo
      indicherebbe la menzione del difmetre.
      Comunque ci vorrebbero delle valutazioni sulla sua storia clinica,
      sui segni clinici come soglia al dolore, presenza di iperalgesia o reperti di allodinia,
      jolting test e altri, prima di adire a una diagnosi, perchè talvolta le disgrazie arrivano doppie e niente vieta
      che si possan collezionare due, raramente anche tre, tipi diversi di cefalea.
      Il mal di testa – e questo termine equivale a quello più medicale, ma
      ugualmente aspecifico di cefalea – e specie l’emicrania senz’aura in generale –
      non obbligatoriamente, si allevia con la gravidanza in ragione,
      verosimilmente, di diversa attività di una ghiandola detta pituitaria e della
      differente liberazione di ormoni, così come della presenza di encefaline a vari
      livelli dell’organismo della gravida.
      Quanto alla encefalopatia post partum crediamo l’abbian chiamata PRES – In tal
      caso, se trattata subito, potrebbe non avere alcun rilievo e non aver dato
      luogo a nessuna crisi epilettica, qui però ci mancano davvero tanti dati e
      quindi possiamo solo fare congetture e le congetture conducon fuori strada e
      non portan mai a buone cure.
      Come vede, non la riteniamo per nulla un caso da poco, ma un caso in cui
      davvero abbiamo troppo poco anche per darle un semplice buon consiglio.
      Ci dispiace se qualche collega abbia dato a lei la sensazione di non tener in
      giusta considerazione il suo dolore, i problemi che questo di sicuro le genera.
      Comunque si senta difesa dalla comunità scientifica.
      Anni fa l’OMS ha pubblicato un bel volume “Headache: a neglected disease”. In
      parole della nostra lingua “La cefalea: una malattia negletta”
      Un abbraccio, carissima Alessia
      Se vuole ci chiami al 0552480716
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  18. Salve,
    Ho 42 anni e soffro di mal di testa dall’etá infantile ma li ho sempre superati con l’uso di analgesici, negli ultimi anni peró la situazione è peggiorata e negli ultimi mesi è diventata isostenibile. Dai due attacchi mensoli della durata massima di due giorni siamo pasati a due attacchi mensili della durata di 15 giorni con picchi molto alti durante i quali sono costretta a letto con capogiri e nauseaSono stata dal neurologo che mi ha diagnosticato un’emicrania senza aura e mi ha prescritto una cura con duloxetina e sincronil ma ho dovuto sospendere il primo per i troppi effetti collaterali. La cura é iniziata da 15 giorni ma a mio avviso é inefficace e inadatta.Si avvicinano le festività natalizie e purtroppo so già saranno compromesse dal mio stato di salute.La situazione si é fatta stressante per me e per la mia famiglia alla quale non riesco più a provvedere in maniera adeguata.Vorrei tanto un po di normalitá.Grazie per l’attenzione e buona giornata!

    Rispondi
    • Gentilissima,
      complice il superuso di analgesici- farmaci preziosi, in acuto,
      ma che non curano mai – lei è entrata in una fase di cronicità con dolore
      molto importante e fenomeni neurovegetativi imponenti.
      Temiamo che quanto predisposto abbia non molte possibilità terapeutiche
      stante l’alterazione recettoriale – zone che interferiscono con i farmaci
      e con le sostanze naturali per un corretto fuinzionamento del corpo e dell’analgesia.
      Sarebbe forse ipotizzabile passare da una fase decronicizzante, che niente a
      che spartire con la “disontossicazione” poichè voi non siete
      tossicodipendenti e non cercate i farmaci per cercare lo “sballo”.
      Va da sè che è necessaria anche una gastro ed epatoprotezione.
      Gentilissima, sono ormai decenni che dedichiamo gran parte delle nostre
      ricerche ed innovazioni terapeutiche alle forme croniche così aiutando
      tantissimi.
      Se vuole a noi affidarsi può telefonare nel pomeriggio dei giorni lavorativi
      allo 0552466010
      un saluto carissimo
      Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  19. Buonasera mi chiamo Virginia ed ho 34 anni. soffro di mal di testa dall’adolescenza e fino a un anno e mezzo fa bastava che prendessi un analgesico e mi passava. a novembre 2015 mi sono sentita male vista annebbiata formicolio alle mani e piedi e sensazione di svenire con tachicardia e successivamente nausea. dalla paura andai in ps dove era tutto negativo tac esami sangue elettrocardiogramma ecc…mi dissero che erano attacchi di panico. nei gg successivi mi riprese ho fatto altri accertamenti RM tiroide ma tutto ok…tramite una fisioterapista osteopata mi disse che forse erano attacchi di emicrania così sono andata al centro cefalee di Pisa e anche x loro era così …ho fatto una cura di tre mesi ma nn stavo meglio così me la cambiarono e ho preso per 6 mesi laroxil e sono stata meglio (ho continuato ancge con la fisioterapia che mi ha rimesso al mondo. .. dopo due parti il mio corpo si era un po disallineato ) 10 gg fa mi è ripreso un attacco dopo tanto tempo dal nulla vista sfocata formicolio e sensazione di malessere di svenire ecc.. ed oggi uguale…volevo sapere uno se secondo lei sono attacchi di cefalea o di panico perché tanti mo dicono che sono quelli e nn so più che pensare…devo dirle che quando mi succede vado subito on agitazione xche ho paura…spero di esser stata chiara e aspetto una sua risposta grazie e buon lavoro

    Rispondi
    • Gentilissima,
      gli attacchi di panico non sono con dolore di cefalea,
      d’altro canto degli attacchi di cefalea così potenti e sporadici non sono certo la norma.
      Lei riferisce di esser stata meglio con laroxyl e intervento -credo di comprendere- posturologico.
      Non è nostra abitudine emettere sentenze se tutti i dati (dall’iperalgesia e
      allodina, ai test psicometrici, a saggi recettoriali -non li menziona tra
      gli eseguiti-) non son ben chiari.
      Comunque, a parte il fatto, occorrerebbe una visita che prenda in esame
      almeno tutto quanto sopradetto; resta che il deficit di messa a fuoco non è per
      nulla raro nell’emicrania.
      Se vuole a noi affidarsi, ci telefoni.
      Un saluto carissimo,
      Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  20. Buongiorno dr.ssa.
    Soffro di ch da quando avevo 20 anni . Ora ne ho 53 . Mi capita di avere fortissimi dolori tutti i giorni per circa 1/2 mesi all’ anno. Era quattro anni che stavo bene e ora sono tornati gli attacchi . La mia domanda è : in questi quattro anni che non ho sofferto di cefalea , è dovuta al caso , o perché ,per problemi di attacchi di panico, prendevo il cipralex. Grazie tante

    Rispondi
    • Gentilissimo
      per la verità vi e’ un gan via vai di messaggi sulle reti web USA di domande circa SSRI come quello che menziona e la cefalea a grappolo e le domande son le più disparate- fa venire la cefale a grappolo’ Può giovare alla cefalea a grappolo? Come già immagina la verità è quella che lei ha ipotizzato: non ci son prove che il farmaco in oggetto sia in alcun modo rilevante
      E’ vero che la cefalea a grappolo può “saltare degli anni, diciamo, cosi’, ” per conto suo”
      Anche se non si poà escldere, nel suo caso, che una terapia dello stress possa in effetti avere, accanto a terapie propriamente contro la cefalea a grappolo , un ruolo da non sottovalutare,
      Caso mai segua le nostre attività no profit
      Un saluto caro
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  21. Buongiorno ,sono un uomo di 42 anni,e da un paio di anni soffro di emicrania con aura,ogni qual volta mangio dei formaggi o alimenti contenenti tiramina ,circa 1 mese fa ho avuto una ischemia cerebellare,e i medici hanno riscontrato una gastrite atrofica e anemia che secondo loro potrebbe essere la causa della mia ischemia,io però credo che la causa sia dovuta a qualche reazione a degli alimenti che ho ingerito prima,cosa ne pensate ? Secondo voi è possibile?

    Rispondi
    • Gentilissimo, la forma con aura è fondamentalmente indipendente da fattori alimentari
      Peraltro, ad oggi, il valore, quale detonante degli alimenti, è stato ampiamente limitato. Nel suo caso vi posson esser dei co-fattori di predisposizione che andrebbero molto meglio vagliati
      C’è invece da rilevare che la forma con aura in sè connette molti maggiori rischio cardio e cerebro vascolari. Ambedue gli argomenti sono trattati nel blog
      Ad ogni modo, il vivo suggerimento è di curare seriamente la patologia emicrania con aura perchè, quale patologia caratterizzata da ischemie cerebrali dette transitorie focali, talvolta, se il fenomeno è molto ripetuto o oltre misura prolungato benigno può non esserlo più tanto.
      L’anemia è un altro fattore e non negligibile di rischio , in sintsi ne ha due di ordini di rischio
      1- l’anemia
      2- l’emicrania
      Cerchi di curasi bene per ambedue
      Ovviamente . per quanto riguarda l’emicrania NON intendiamo chre lei utilizzi analgesici ma che curi la malattia- è in effetti – una malattia vera e propria, come sottolineato a chiare lettere dall’ OMS e deve esser curata in modo che gli attacchi divengano vie via più rari e anche meno severi
      Un saluto caro
      M Sicuteri Nicolodi

      Rispondi
  22. salve.scrivo per mio figlio ora diciannovenne.nessun medico finora ha una diagnosi chiara del suo malditesta.ne soffre dalle elementari in un crescendo assurdo.non dorme e cio gli ha fatto perdere tanti anni scolastici .vomita ha capogiri fortissimi .e svenuto 2 ,3 volte.e molto invalidante,abbiamo escluso varie malattie. e stato ricoverato 2 volte al centro cefalee a sassari .ha fato risonanza a nuoro,ecografie,prelievi vari,e diversi eeg.ha provato psicoterpia per anni con terapie farmacologiche di tanti tipi.insomma non esce da questo tunnel e gli anni passano…potete aiutarlo voi .grazie per la vostra risposta.scusate la scrittura non sono molto tecnologica.sandra 65.

    Rispondi
    • Gentile Signora, dalla sua descrizione pare trattarsi di una forma di emicrania
      cronica. Dobbiamo scrivere “sembra” poichè ci basiamo solo su poche righe e
      non abbiamo il sostegno di valutazioni scientificamente valide. Il suo narrato
      comunque coincide con quanto vien descritto per le diagnosi di emicrania
      secondo i criteri ad oggi in vigore
      Peraltro sono ormai decenni che dedichiamo la gran parte delle ostre ricerche
      ed innovazioni terapeutiche alle forme croniche così aiutando tanti .

      Un caro saluto

      Rispondi
  23. Buongiorno Prof.ssa,
    Sono stato in visita un paio di volte da Lei ,circa un decennio fa,ho fatto le sue terapie , sono stato pure ricoverato; ma la cefalea cronica ce l’ho tutt’ora e si è acuita.
    Una cefalea cronica quotidiana che mi influenza, ovviamente in modo negativo, la qualità della vita. Prima e dopo le visite da Lei, avevo fatto diverse visite,ma il problema oltre che rimanere è peggiorato. In tutte le visite fatte mi hanno prescritto di tenere un diario, per me inutile perché la cefalea inizia appena sveglio e finisce quando prendo sonno, il dolore ha la stessa intensità in tutte queste ore che sono tante , dormendo solo 4-5 ore a notte. Vivo con tutti gli effetti che provoca una cefalea cronica: stanchezza, insonnia cronica, resistente ai farmaci, dormo poco e male e già la mattina oltre la cefalea sono stanco e non ho voglia di fare nulla,sensibilità alla luce, difficoltà a tenere un dialogo, leggere e lavorare(insegno ho fatto molta malattia e rischio il licenziamento).
    Le volevo chiedere se ci sono nuove e più efficaci terapie farmacologiche( attualmente il neurontin: 500 mg , 100 mg di mattina e 200 il pomeriggio. La cefalea ce l’ho ancora.
    Sono stanco Prof. Una buona giornata e la ringrazio per una sua eventuale risposta. Le rinnovo l’augurio per una bella vita.

    Rispondi
    • Gentile Signor Mezzasalma, la ricordo bene
      comprendo che sia ormai molto stanco
      Certo, ha ragione, dopo 11 anni vi son tante novità

      un saluto tanto caro

      Rispondi
  24. Per chi soffre come me di attacchi di emicrania con aura o a grappolo sappiate che questo disturbo non viene dal cervello ma dal cuore. I neurologi sanno solo tamponare il problema con antinfiammatori ma sono i cardiologi che lo risolvono. Fatevi un ECO DOPPLER TRANS CRANICO e vi accorgerete di avere un buchino al cuore detto Forame Ovale Pervio il quale sotto sfrozo (manovra di Valsalva) fa “sbrodolare il sangue da un atrio e all’altro del cuore creando delle microbolle ischemiche e che salgono al cervello e potrebbero creare dei trombi.
    Da quando uso la cardioaspirina100 ho risolto il problema, anche se mi è capitato nel corso di 7 anni di avere un attacco, per fortuna leggero e di breve durata rispetto a prima (circa 1 ora e mezza in cui ho preso sinflex 500).
    Cardioaspirina solo se come me si avevano 2 attacchi al mese e le microbolle ischemiche durante Valsalva si riescono a contare (ecodoppler trans cranico) altrimenti vi consiglio di farvi visitare da un cardio chiururgo che valuterà se mettervi “l’ombrellino” a cuore oppure no.

    Rispondi
    • Gentile Signore è una gran bella cosa che lei sia riuscito a chiudere permanentemente con una storia di dolore che la OMS indica come nella top ten delle patologie disabilitanti , ponendola praticamente pari merito con la cecità. Malattia per cui tutto il mondo scientifico si muove, organizzato in comunità scientifiche che fanno capo allla IHS di cui Federigo Sicuteri è stato presidente
      Per la verità il suo sembra un caso o molto fortunato che potrebbe o relato a altri fattori terapeuticvi, fors’anche al trattamento cronico con FANs
      Lei omette di dirci da quanto tempo si è instasurato il grande miglioramento indi non si posson trarre conclusione

      Va però detto che la rilevanza del PFO nella genesi dell’emicrania con aura fu rilevata da un gruppo di ricercatori all’inizio del 2000 – lei se è nato nell’83 , è inverosimile possa averne memoria -allora fece scalpore- Il medesimo gruppo, con un unica defezione ritratto come invalida i dati pubblicati a distanza di brevissimo tempo, ed anche questo fece scalpore anche a livello mediale
      Sta di fatto che la diatriba aperta si sta chiudendo adesso con una presa di posizione generale che non vede relazione significativa tra PFO e cefale, mentre la relazione positiva resta ovviamente tra PFO ed eventi cerebrali altri soprattutto da embolie cerebrali
      Le invio uno degli ultimi articoli , più vicino peraltro alla sua età ed esperito, in cui potrà leggere il sommario statistiche e conclusioni di differenti autori
      Torniamo ad augurarle, al di là di ogni statistica la miglior fortuna perchè la fortuna esiste e perchè nessun essere umano è esattamente eguale agli altri, le eccezioni ci sono e vanno ripensate dopo aver raccolto ogni dato di anamnesi personale e familiare, di malattie e malattie concomitanti , dati di di laboratorio per costruire un algoritmo, comprende pertanto bene che tali dati ci manchino assolutamente, Peraltro come vedrà si ipotizza che esista un ristretto sottogruppo potenzialmente sensibile – è un autore che va a sostenerlo. Purtroppo non sono mai state fornite le caratteristiche di questo sottogruppo molto ristretto che potrebbe forse beneficiare
      Da qui la necessità di differenti algoritmi prima di procedere a un operazione che potrebbe esser oltre che rischiosa , non utile per i tanti che non appartengono a tale ristretto sotto gruppo .

      November 13, 2017
      Patent Foramen Ovale and Migraine: Is It Time to Close the Book?
      Linda Pecke
      echocardiogramFindings from several clinical trials have failed to show a significant benefit of PFO closure for migraine.
      Patent foramen ovale (PFO) refers to a natural hole between the left and right atrium of the heart that forms during gestation and normally closes in 3 out of 4 infants in the months after birth.1-3 For the remaining 25%, PFO remains incompletely closed, although it is not clear what the lifetime implications of this are.1-3 Risks are believed to decrease with age, as PFO tends to shrink in size over time. In the absence of other cardiac conditions, PFO is generally considered benign and left untreated.1-2

      In recent years, however, research has suggested a link between migraine and the presence of PFO, with the suggestion that PFO closure surgery might be a preventive measure against future migraine attacks. Unlike stroke, migraine is not currently an indication for PFO closure.1 The interest in PFO closure has come from a number of observational studies that pointed to potential benefits in migraine, although 3 large randomized controlled trials all had negative outcomes for the primary end point of migraine prevention.4-6

      A 2016 review by Tariq, et al7 reported on 14 observational studies that included 2602 patients with PFO and a migraine prevalence between 16% and 64%, and 20 studies of 2444 patients with migraine with a prevalence of PFO between 15% and 90%. The investigators reported that “the overall quality of these studies was poor.” A third set of 20 studies involving 1194 patients showed little evidence that PFO closure offered a significant reduction in severity or frequency of migraine attacks. Over more than 15 years of investigations, the evidence has not substantially borne out the link between PFO and migraine, and of more importance, the link between PFO closure and migraine prevention. The 3 large randomized trials in patients with migraine mentioned earlier all showed small but insignificant improvement in migraine following PFO closure.4-6The Migraine Intervention with STARFLex Technology (MIST) study compared results of PFO closure in 74 patients with migraine with aura to a sham intervention in 73 matched controls. This study failed to meet both primary and secondary end points of cessation of migraine and a ≥50% reduction in headache days 6 months following the procedure.4The Percutaneous Closure of Patent Foramen Ovale in Migraine with Aura (PRIMA) study also failed to meet its primary end point of a ≥50% reduction in headache days at 12 months following PFO closure, although there was a mean reduction of –2.9 migraine days compared with –1.7 migraine days with standard medical management.5Results of the randomized double-blind sham-controlled PREMIUM trial, which were presented at the American Headache Society 57th Annual Scientific Meeting, held June 18-21, 2015 in Washington, DC compared primary outcomes at 10 to 12 months of a ≥50% reduction in headache days in 123 patients undergoing PFO closure and 107 patients receiving standard medical treatment for migraine; however, the investigators found no differences in rates of response in either 2 group (38% vs 32%, respectively, P=.32).6

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      Although many of the studies suggested a more significant relationship between PFO and migraine with aura than without, “no significant differences were found in this systematic review favoring one over the other migraine type,” Nauman Tariq, MD, assistant professor of neurology and director of the Headache Center at Johns Hopkins School of Medicine in Baltimore, Maryland, told Neurology Advisor. The lack of benefits associated with PFO closure demonstrated in the 3 studies further calls into question the concept of a neuropathologic link between PFO and migraine, he said. As he and his co-investigators pointed out in their review,7 “the vast majority of the general public with PFO never develop migraine.”

      Although Zier, et al1 concluded that “in the properly selected patient population there is growing clinical experience and experimental evidence suggesting that closure of PFO is a safe and effective treatment modality,” the procedures used have all been associated with risks including the potential for cardiac perforation and infective endocarditis.

      Complications requiring surgical interventions were also reported in 8% of patients treated with transcatheter procedures for PFO closure, in which 1 patient died as a result of ventricular perforation.2,8Paradoxically, an observational study by Bhindi, et al9 of 57 patients reported increases in migraine in patients who experienced severe attacks just prior to the PFO closure procedure. These contradictory findings were attributed to the extended opening of the PFO during surgery and also pointed to a lack of heterogeneity among migraine patients in the studies.2,10,11 In general, the findings suggested a “significant change in the character of migraine” as a result of PFO closure that was not well understood.8

      Despite what the evidence suggests, there speculation remains about the possible benefits of PFO closure in this population.

      “There may be an as yet undetermined subgroup of patients with migraine who would benefit from closure, but slow recruitment [due to risks] has been a barrier to further study,” Rayhill and Burch wrote in Current Neurology and Neuroscience Reports.12 And perhaps that is best, according to Dr Tariq. “I do not think further studies are needed. Much resources and time have been spent in the last 15 years trying to find a link between PFO and migraine as well as PFO closure hoping to treat migraine, and 3 randomized clinical trials are sufficient to answer that question,” he said.

      References
      Zier LS, Sievert H, Mahadevan VS. To close or not to close: contemporary indications for patent foramen ovale closure. Exp Rev Cardiovasc Ther. 2016;14:1235-1244.
      Gupta VK. Patent foramen ovale closure and migraine: science and sensibility. Expert Rev Neurother.2010;10:1409-1422.
      Hagen PT, Scholz DG, Edwards WD. Incidence and size of patent foramen ovale during the first 10 decades of life: An autopsy study of 965 normal hearts. Mayo Clin Proc. 1984;59:17-20.
      Dowson A, Mullen MJ, Peatfield R, et al. Migraine Intervention With STARFlex Technology (MIST) trial: A prospective, multicenter, double-blind, sham-controlled trial to evaluate the effectiveness of patent foramen ovale closure with STARFlex septal repair implant to resolve refractory migraine headache. Circulation. 2008;117:1397-1404.
      Hildick-Smith D. PRIMA trial (Percutaneous Closure of Patent Foramen Ovale In Migraine With Aura). Presented at: Transcatheter Cardiovascular Therapeutics (TCT 2014, September 13-17, 2014; Washington, DC.
      Charles A. Results of the PREMIUM Trial: PFO closure with the AMPLATZER PFO Occluder for the prevention of migraine. Presented at: American Headache Society 57th Annual Meeting. June 18-21, 2015; Washington, DC.
      Tariq N, Tepper SJ, Kriegler JS. Patent foramen ovale and migraine: closing the debate–a review. Headache. 2016;56:462-478.
      Berdat PA, Chatterjee T, Pfammatter JP, Windecker S, Meier B, Carrel T. Surgical management of complications after transcatheter closure of an atrial septal defect or patent foramen ovale. J Thorac Cardiovasc Surg. 2000;120:1034-1039.
      Bhindi R, Ruparelia N, Newton J, Testa L, Ormerod OJ. Acute worsening in migraine symptoms following PFO closure: a matter of fact? Int J Cardiol. 2010;144:299-300.
      Yankovsky AE, Kuritzky A. Transformation into daily migraine with aura following transcutaneous atrial septal defect closure. Headache. 2003;43:496-498.
      Rigatelli G, Cardaioli P, Dell’Avvocata F, Braggion G, Giordan M, Chinaglia M. Early post-procedural migraine attack predicts migraine resolution after patent foramen ovale transcatheter closure. Minerva Cardioangiol. 2008;56:461-465.
      Rayhill M, Burch R. PFO and Migraine: is there a role for closure? Curr Neurol Neurosci Rep.2017;17:20

      I più cari saluti il Presidente della Fondazione Sicuteri Nicolodi ONLUS

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  25. buongiorno, mi permetto di contattarvi perché ho emicranie senza aura da 3 anni. ho 35 anni, ho provato laroxyl, poi botox, ma perdono di effetto, ora mi hanno prescritto il topiramato e un altro neurologo mi ha detto che secondo lui è meglio per me la duloxetina+magnesio. non so cosa prendere, vorrei capire quale dei due ha meno effetti collaterali e se la duloxetina si anche lei un medicinale standard per finalmente poi accedere ai monoclonali ( dopo 3 terapie senza successo). grazie mille

    Rispondi
    • Gentilissima Signora Clarissa, lei ci indica una diagnosi , cioè emicrania senz’aura, ma non ci dice se cronica o episodica, cioè ad attacchi distanziati, non sappiamo come sono assettate iperalgesia e allodinia: 2 parametri fondamentali per oggettivare la severità della compromissione. Non sappiamo se vi sono delle condizioni di salute di Clarissa che siano concomitanti , potrebbe essere miopia,iposonnia, stress relativamente pesante, astenia o iperattivita o irritabilità
      patologie come colite o disordini del microbiota come alvo stitico etc . In definitiva quindi non possiamo assolutamente dire quale sia per lei , Clarissa la via migliore . Gli effetti avversi ci sono SEMPRE. Bisogna vedere se i farmaci sono ADATTi. Facciamo un esempio se io sono una cefalalgica severa che dorme molto poco forse traggo un vantaggio da speci farmaci serotonergici e/o da piperazine, se ho problemi agli occhi – verificare con visita oculistica che è sempre necessaria quando si usano farmaci, non userò triciclici come laroxyl , se sono sovrappeso non utilizzerò calcioantagonisti specifici per l’emicrania. In definitiva bisogna vedere per ogni farmaco 1 qual’è la possibilità d’impatto su un certo livello di severità, 2 vedere se gli effetti avversi sono destinati a creare problemi a questa persona
      in 3 luogo bisognerebbe vedere anche qual’è la terapia che , ove di successo, e si spera di si , non sia tale da esser difficile da abbandonare dopo max 2 anni di utilizzo poichè è ovvio che il corpo diviene e mutare terapia diventa necessario: basti pensare che , ad esempio una dona di 40 anni non avrà lo stesso profilo , nè metabolico, nè ormonale dopo 2-3 anni
      Cercando di dedurre qualcosa dal suo iter terapeutico sembrerebbe che lei fosse affetta da forma cronica da diverso tempo
      Se è una forma molto severa sembrerebbe a noi che , se lei è il soggetto adatto, quindi esperiti tutti gli esami e test per provarlo forse topiramato possa essere una discreta scelta, d’altro canto la duloxetina ha un discreto impatto sui dolori cronici associati a problemi dell’umore che devono esser bene individuati. Effetti collaterali diversi per 2 farmaci che comunque ne possono avere e non sono molto maneggevoli, d’altro canto lei deve esser in una situazione piuttosto severa – sembra di capire. Resta infine quanto detto i farmaci vanno scelti conoscendo la malattia ma anche tutto l’essere umano. Il farmaco di Clarissa di 35 anni con la sua fisicità ed i suoi problemi non é quello di Paolo calmissimo signore di ad esempio. Anche i monoclonali anti CGRP hanno i loro effetti avversi, differenti fra uomini e donne, ad esempio. La chiave di riuscita è mettere al centro il malato non la malattia teorica, non il libro delle classificazioni delle malattie.
      Un saluto caro
      Lo Staff Medico della Fondazione Sicuteri Nicolodi

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