Ricerca scientifica e cefalea

RICERCA SCIENTIFICA E CEFALEA

Fino agli anni 40 la cefalea non era riconosciuta, si diceva fosse manifestazione di squilibrio mentale. Non c’era trattamento, né riconoscimento umano o scientifico: i sofferenti nascondevano la loro malattia, si consolavano pensando che dopotutto non faceva morire. Negli anni 50 Federigo Sicuteri incomincia a costituire un gruppo di ricerca sul mal di testa ed apre a Firenze il primo centro cefalee nel mondo. Nel 1959 introduce il primo farmaco in assoluto capace di curare il mal di testa: prima non c’era nulla.
Si cominciano le ricerche che mettono in luce come questo dolore possa essere connesse a una “povertà” di una specifica sostanza, la serotonina, che viene a mancare nell’organismo di chi soffre di questi dolori. Teoria che trova credito e seguito tutt’oggi nel mondo
Federigo Sicuteri e Maria Sicuteri Nicolodi hanno proceduto con lo stesso desiderio di scoprire i meccanismi, i perchè della cefalea e dei dolori primari come la fibromialgia primaria ed il dolore da amputazione che sono confratelli della cefalea.

Hanno lo stesso desiderio di trovare sempre nuove vie, vie sempre più efficaci per permettere ad un numero sempre più grande di sofferenti di tornare a vivere senza dolore una vita normale. Si mettono in luce quindi sia specifiche alterazioni neurofisiologiche dell’emicranico sia il ruolo degli aminoacidi eccitatori: questi due dati congiunti sono la base logica per l’inserimento di nuovi farmaci di terapia oggi largamente usati. Si evidenzia il ruolo dell’eredogenetica fin dalla fine degli anni ’80, linea di ricerche portata avanti a definire come si erediti una bassa soglia al dolore. Le ricerche, condotte con tanto impegno, hanno avuto la sorte d’essere coronate dalla buona fortuna del successo

Ora una struttura, la Fondazione, che raccoglie tutti i dati scientifici acquisiti, che ulteriori ne ha identificati come , ad esempio l’ identificazione dell’emicrania come malattia cerebrale pur non capace di generare Demenza Alzheimer. Fondazione che possa dedicare interamente le sue risorse, tutte, a “risolvere” il problema della cefalea, i problemi dei chi soffre di cefalea e di dolori primari”.
Ora e subito.

La Fondazione dispone di dati di ricerca tra i quali si citano per esempio:
Per il lavoro svolto nel campo della ricerca sono stati attribuiti dei premi scientifici ai Fondatori: 4 premi attribuiti da giuria a livello nazionale, 1 premio europeo, 4 premi attribuiti da giuria internazionale

  • l’aver individuato i meccanismi della cefalea che indicano un deficit della serotonina
  • l’aver individuato un iperfunzione dei sistemi che trasmettono il dolore e che a questo sensibilizzano come quelli a recettori NMDA. Da qui anche l’indicazioni per specifiche terapie nelle forme di cefalea cronica che son risultate valide, come si prevedeva , anche in lesioni dei nervi sia faciali che non.
  • l’aver individuato i meccanismi che portano alla cronicità del dolore e al suo progressivo peggioramento che spessissimo costringe il paziente a un uso anche molto pesante di analgesici, sedativi del dolore
  • l’aver messo in evidenza come i tipi di cefalee e tutti i dolori primari dipendano da uno squilibrio tra i sistemi che difendono naturalmente dal dolore, che funzionano poco e male, e quei sistemi che trasmettono la sensazione che chiamiamo dolore che funzionano troppo ed in maniera anomala così da permettere che il nostro corpo “legga” stimoli non dolorosi come dolore. Per esempio si possono “tradurre” in dolore stimoli come il cambiamento del tempo, la luce troppo viva, il rumore, gli stress e così via
  • l’aver evidenziato il ruolo dello stress nel “crollo” dei sistemi di difesa dal dolore che utilizzano molte delle sostanze atte a difendere dallo stress. Quindi dolore e “crollo da stress” come due facce della stessa medaglia
  • l’aver messo in evidenza come, durante lo stress doloroso vengano “consumate” quelle sostanze che, in natura, sono utilizzate dal nostro organismo per mantenere il “buon umore”
  • l’aver messo in evidenza che il soggetto che soffre, anche non severamente di mal di testa, è un soggetto “povero” in difese naturali dal dolore e che questa condizione lo espone ad altri dolori ancora, proprio perché i suoi sistemi “di difesa” sono poveri e scadenti
  • l’aver messo in luce come si possa, in maniera semplicissima ed ambulatoriale, svelare il grado di questa povertà dei sistemi di difesa
    l’aver dimostrato come questa povertà dei sistemi di difesa si possa ereditare
    l’aver messo a punto molte terapie innovative che hanno lo scopo rafforzare i sistemi di difesa dal dolore
  • l’aver messo a punto terapie capaci di curare il dolore cronico quotidiano. Alcune di queste terapie sono oggetto di brevetto internazionale
  • l’aver messo a punto intere strategie di diagnosi e cura per la prevenzione, cioè per prevedere se nel futuro si possono avere dolori primari e per impedire che questo accada. Alcune delle terapie sono coperte da brevetto
  • l’aver evidenziato che l’emicrania è una vera patologia cerebrale che, pur inducendo conseguenze, non porta a Demenza
  • l’aver evidenziato il marcatissimo incremento delle suscettibilità alle forme croniche nell’età infanto-giovanile

I dati esposti nei ultimi due punti son stati frutto dell’attività propria della Fondazione