Fibromialgia

Dalle cause alle terapie

LE DISCUSSIONI E LE DIFFICOLTA DI COMPRENSIONE Se due persone non esperte del settore, mettiamo caso un sofferente di dolori di tipo fibromialgico e uno che dice che la fibromialgia non esiste, oggi andassero a leggere quello che compare nelle presentazioni di molti lavori scientifici che riguardano la fibromialgia stessa si guarderebbero negli occhi a dir poco perplessi “The etiopathogenesis, diagnostic criteria and classification criteria of fibromyalgia are still debated and, consequently, so are the strategies for treating this condition. Fibromyalgia is the third most frequent musculoskeletal condition” – “La eziopatogenesi, i criteri diagnostici della fibromialgia sono oggetto di dibattito, ne deriva che dibattito vi sia sulle terapie” Bene, bene, benissimo. Ma allora di che parliamo? Se la domanda è allora di che parliamo allora ci si potrebbe chiedere anche: E i medici che fanno in questo frangente, a livello mondiale? La risposta, evidenziata da indagini e statistiche, è che i medici non seguono i criteri diagnostici via via indicati e che diversi pazienti restano fuori dalle terapie o fanno esami non pertinenti

LE ORIGINI DEL FATTO E’ una storia , relativamente breve che inizia dopo il 1950. Molte incomprensioni , molti disaccordi tra gli addetti ai lavori che sono ricercatori e forse ognuno vuole primeggiare sull’altro oppure forse tutti e due i motivi sono validi

 IL RISULTATO I criteri vengono rivisti via via e via via ampliati e integrati e resi sempre meno rigidamente basati sul criterio “dolore muscolo scheletrico” . Via via si trovano sempre alcuni criteri da introdurre per fare in modo da centrare la diagnosi e da accogliere realisticamente tutti i pazienti. In effetti si possono elencare criteri preziosi e molto precisi e rigorosi per includere o escludere una malattia. E questo ci tutela quando si va a fare uno studio teorico. Domanda: ma questi criteri rigidi e precisi che tutelano il termine fibromialgia contro il diventare un “cesto raccogli-tutto” di dolori vari sono anche dei criteri d’aiuto per non lasciare pazienti fuori terapia e senza diagnosi oppure (e questo forse è anche peggio) trasferirti non giustificatamente ad altra diagnosi? Alla fine il problema è che i criteri diagnostici dovrebbero soprattutto rendere trasversale la conoscenza in materia. Quindi è di massimo rilievo assicurarsi di trasferire riferimenti validi e sarebbe anche molto bene che delle buone basi di conoscenza fossero non solo condivise ma anche di pubblico dominio. Questo servirebbe non solo a creare le corrette basi per la diagnostica e terapia ma anche a fornire il di riconoscimento sociale questa patologia perché i riconoscimenti sociali e sanitari si basano sulla conoscenza del fatto. Ciò che non si conosce come farà mai ad essere riconosciuto?

COME ARRIVARE A DIAGNOSI PRECISA DI FIBROMIALGIA Verrebbe la tentazione di dire: ma perché non cloniamo l’esperienza del primo che ha riconosciuto questa patologia come malattia a sé stante? Perché non li facciamo scrivere a questa persona i criteri? Dopo tutto questa persona ha “scovato questa patologia” ed ha detto che questa era una malattia a sé stante alla metà del secolo scorso userà sicuramente un linguaggio non certo arcaico. Sembra semplice o anche ovvio almeno farsi aiutare da chi ha saputo portare alla ribalta questa malattia che prima nemmeno era conosciuta. Non è troppo semplice. Chi ha scoperto o meglio ha individuato la fibromialgia è Federigo Sicuteri non può descriverla ora perché non c’è più.

Fibromialgia- vedi Etmologia e voci bibliogragiche 9-13 Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.“La fibromialgia, detta anche sindrome fibromialgica (abbreviazione FM) … Federigo Sicuteri individuò negli anni ’60 la…….. Sicuteri F (1971) Pain syndrome in man following treatment with p-chlorophenylalanine. Pharmacol Res Comm 3:401–407,”

Federigo Sicuteri pubblicò i dati circa questa malattia negli anni 60 quindi e poi secondo le regole della correttezza, la rese nota a la sottopose al riconoscimento della comunità scientifica attraverso l’organo ufficiale che è la IASP ( Associazione Mondiale per lo studio del Dolore) che ne riconobbe l’oggettività, i criteri diagnostici e l’esistenza. Però ha la Società internazionale per lo studio del Dolore (IASP) ne cambiò “il nome di battesimo” Federigo Sicuteri l’aveva chiamata paniperalgesia: Iper-Dolore (in greco dolore si dice algos), Iper-Algesia in tutto il corpo – (quindi non solo dolore muscolare e osteotendineo) e non solo dolore generico ma iperalgesia. In sostanza indicò proprio quell’ assetto per cui il dolore diventa ridondante e cronico. Questa caratteristica fondamentale che poi è stata dimostrata importantissima è oggi riconosciuta da tutti gli studiosi tra i tratti fondamentali della patologia. Il problema si costituì tra il 1965 e il 1975 circa la denominazione di questa malattia, sino ad allora ritenuta uguale al nulla perché non c’erano lesioni visibili. In gran parte il problema circa il nome di battesimo dato a questa nuova patologia dipese da un fatto di “ geocultura” : in USA nessuno faceva, come da noi, il liceo classico e quindi nessuno usava vocaboli che derivano dal greco–ora iniziano ad utilizzarlo. Così accadde quello che succede oggi per i titoli dei film stranieri che si traducono in un modo che non ha niente a che fare con l’originale. Pertanto da Paniperealgesia ( denominazione tutta d’etimo greco), il nome diventa Fibromialgia. E questo rappresenta il primo grosso nodo d’incaglio sul filo che conduce la diagnosi perché a quei tempi 1960- 1970 nelle classificazioni in genere si tentava di dare un nome che identificasse anche la causa . Costume dismesso poi dal 1980 Bene allora noi partiamo dal nome originale perché questo facilita la comprensione del meccanismo, del come si genera questa patologia che è quindi dolore ed abbassamento della soglia al dolore ( iperalgesia) generalizzata (di tutto il corpo) Cerchiamo di porre in risalto le caratteristiche di base di questa patologia. Poi, dai suoi meccanismi, cercheremo di desumere i migliori approcci di terapia.

CARATTERISTICHE FONDAMENTALI DELLA FIBROMIALGIA

1 Il Dolore

2 Dolore: Si, ma non segmentario, cioè che riguardi solo specifici distretti del corpo (es empio : mal di schiena e male alle anche e così via

3 La concomitanza con disturbi gastroenterici, disturbi del sonno , e anche disturbi dell’umore. Per quest’ultima notazione circa la depressione preghiamo che nessun fibromialgico si senta offeso, concordiamo tutti sul fatto che è difficile vivere stando male e che non produce certo allegria la condizione descritta, specie se poi sul lavoro non rendi e ti trovi senza stipendio. Possiamo però dire che la reattività “il reagisci” potrebbe essere limitato dalla disponibilità di sostanze che oltre a difendere dal dolore sanno garantire il buonumore

4 I fibromialgici sono anche uomini, non solo donne e sempre di più aumenta il numero dei maschi. Questo in contrasto col fatto che la fibromialgia veniva anni fa definita patologia al femminile

5 Nessuno vieta a un fibromialgico di avere anche una patologia reumatologica su base autoanticorpale dimostrata o forme cliniche come l’artrite reumatoide . Per questo è buona regola fare esami sierologici specifici

6 La repertazione di tenders resta una prassi da svolgere insieme però

a verifica di:

7 La presenza di iperalgesia generalizzata, non localizzata

8 La presenza di allodinia generalizzata, non localizzata

Fibromyalgia and Headache. Failure of Serotonergic Analgesia and N-MDA.Nicolodi, M; Volpe, AR; Sicuteri, F … Cephalalgia. di M Nicolodi · 1996 · Citato da 102 — Serotonin as the Common Clue for Pathogenesis and Therapy … association MAOIs/5-HTP is aimed at enhancing serotonergic/adrenergic transmission by inducing … PDF

Questi 8 punti sono tutti da considerare insieme , i punti 1 o 2 , presi da soli non portano diagnosi certa

Ci permettiamo qui di ricostruire un itinerario tra “ gli scogli interpretativi” in onore alla la dignità con cui deve esser accepita questa malattia dolorosa e per evitare che, incappando in “ scogli grandi”, non si riesca ad individuarla e quindi a curarla

Gli scogli interpretative e terapeutici sono riassunti anche in quest’ articolo per esempio “Nonostante I l’emanazione dei criteri e delle revisioni FM 2010, 20 11, 2016 etc ci son molte lamentele da parte dei professionisti e dei pazienti circa il modo in cui si effettua la diagnosi…….

 Despite the new official 2010 FMS diagnostic criteria and the diagnostic proposals of 2011 and 2016, complaints from health professionals and patients about the way the disease is diagnosed continue, and ….. (J Clin Med. 2020 Apr; 9(4): 1219.Diagnostic Criteria for Fibromyalgia: Critical Review and Future Perspectives)

Per la verità. Quando comparvero i criteri meno rigidi dell’ACR per la fibromialgia pubblicati su Arthritis Care & Research nel 2010 ci sembrarono di notevole rilievo e un cambiamento sostanziale rispetto agli anni ’80 e 90 dello scorso secolo.

Per cominciare i criteri non erano rivolti non solo a specialisti ma anche a medici non specialisti. Era un passo avanti importante e ancor più se considerato che era necessario anche il contributo attivo del paziente. Per questa ragione li riporteremo in queste pagine

L’applicazione di questi criteri richiede la partecipazione attiva del malato che si sottopone a diagnosi ed il perfezionamento della prassi porta a l’81% di diagnosi esatte anche a prescindere dal saggio dei tender points. Un questionario quindi in grado di raccogliere tanti dati e di non lasciare senza diagnosi un vasto numero di sofferenti.

Criteri a cui, comunque, si deve unire una visita specialistica per dare la certezza di diagnosi ma che, comunque è bene ribadirlo, rappresentano un passo innanzi 1) nel non lasciare “per strada” tanti sofferenti, 2) nel mettere a disposizione di ogni medico gli strumenti per una diagnosi di massima. In effetti, basarsi solo sulla presenza o assenza di un numero fisso di tender points in peculiari punti del corpo aveva quattro limiti importanti:
1)non era applicabile se non da esperti nel settore,
2)ne conseguiva una diagnosi di fibromialgia molto più rara rispetto alla vera frequenza della malattia.
3) ne risultava una malattia molto strana poiché veniva ad costituita solo da 1 unico sintoma, il che può esser considerato strano in natura. Non esiste nessuna malattia che abbia un solo unico sintomo
4) la stadiazione attraverso l’ unico criterio che indicava un numero fisso numero dei punti dolenti (tenders) non era possibile, non si riusciva ad attribuire uno stadio o grado di severità e di disabilità alla malattia Infatti é una sindrome dolorosa che può esser lieve ma divenire assolutamente invalidante

Parametri

Per ogni parametro si deve indicare un voto
1= lieve/moderato, intermittente
2= tra moderato e considerevole, spesso presente
3= severo e pervasivo, continuamente presente e capace di indurre alterazione dei ritmi socio affettivi della vita

Questa scala di valutazione deve esser riferita ai seguenti sintomi come percepiti nella settimana immediatamente precedente la visita

dolore (misurata con scala per dolore regionale)
fatica
problemi col sonno
problemi dell’umore che connettono ansietà e depressione
problemi per lo svegliarsi non riposati
problemi connessi alla fibromialgia

Nota Bene- Il questionario è valido anche per patologie reumatiche pertanto è obbligatorio che vengano effettuati gli esami atti a escludere patologie reumatologiche sierologicamente individuabili.

Pertanto il medico ha il dovere di indicare la certezza di diagnosi su una scala da 0 a 10 dove 0 = assolutamente incerto, 10= assolutamente certo

Deve porre in essere una valutazione dei tender points secondo i criteri ACR (American College Rheumatology), da 0 a 18

Deve , così come il paziente, utilizzare adeguata scala per valutare il dolore

Completare le scale pertinenti
– dolore
– fatica
– disturbi del sonno
– disturbi cognitivi/concentrazione
– disturbi circa lo svegliarsi non riposati
utilizzando la stessa scala di valori impiegata dal paziente

A cura del medico vi sarà inoltre da completare la seguente scheda
Fatica
Problemi Cognitivi
Cefalea
Sindrome del colon irritabile
Dolori addominali
Diarrea

Stipsi
Dolore muscolare
Debolezza muscolare
Parestesie
Sensazione di vertigine o sbandamento
Problemi di sonno
Depressione
Ansietà

DALLE CAUSE ALLE TERAPIE

CAUSE e MECCANISMI D’ ORIGINE

a) GENETICA NELLA FIBROMIALGIA

Fattori genetici: Si e No. Si perché è presente un’aggregazione familiare, quindi all’interno di un gruppo familiare si ritrovano soggetti affetti da vari gradi di questo disordine. Risultano pertanto esserci gruppi familiari con fibromialgia e gruppi familiari esenti da fibromialgia

D’altra parte questa patologia Non sembra esser caratterizzata dal passare direttamente da genitore a figli

Fattori epigenetici: Si e uno dei meccanismi sembrerebbe essere l’ ipometilazione che potrebbe riguardare anche i geni implicati nelle risposte allo stress , nella riparazione del DNA etc

Fattori ambientali che possono peggiorare il quadro: Si

Stress fisico o psichico

Altri fattori : Insonnia, Depressione

I fattori peggiorativi rendono ancora una volta ragione di un meccanismo in buona parte serotonino-mediato. Altri protagonisti sono comunque chiamati in causa e li rivedremo i meccanismi d’origine della fibromialgia. In altre parole fungono da peggiorativi quelle condizioni che incidono su sistemi neuronali che a causa della fibromialgia sono meno resistenti, meno efficienti: Il “tallone d’Achille dei fibromialgici”.

b) MECCANISMI NEUROBIOCHIMICI E NEUROFISIOLOGICI DELLA FIBROMIALGIA

Se si vuole definire la malattia chiamata fibromialgia si deve dire che questa è un disordine cronico caratterizzato da dolore centrale di tipo neurogeno, quindi con le caratteristiche di iperalgesia e allodinia che coinvolge tutto il corpo, includendo pertanto il concetto di sindrome Il meccanismo d’origine oggi unanimemente riconosciuto è tale e quale quello che fu evidenziato sino dall’origine, fin dal 1960: un difetto dei sistemi dell’analgesia riproducibile in laboratorio con specifiche sostanze che impoveriscono di serotonina. I dati di fatto non sono opinioni/interpretazioni personali e come fatti vanno accettati.

1. E’ quindi un fatto che alcuni fenomeni, per esempio il dolore, o almeno parte di questo, e la sensazione di freddo persistente come l’orripilazione, siano fenomeni mediati dalla serotonina. Qui emerge la doppia faccia della serotonina che si comporta in modo opposto a livello centrale e in periferia , cioè a livello della pelle , della muscolatura delle ghiandole sudoripare dove si evidenzia una mancanza della cosiddetta tachifilassi che vuol dire che non si instaura mai adattamento e tolleranza verso le sostanze stesse che si liberano durante l’attacco doloroso. Chi soffre di cefalea e di fibromialgia ha un organismo che non può abituarsi ai vari momenti biochimici del dolore quindi darà sempre una risposta massimale. A questa risposta mai sopita si aggiungeranno i fenomeni della sensibilizzazione.

2. E’ anche un fatto che certi segni specifici che caratterizzano l’intero corpo del fibromialgico siano testimoni di “sensibilizzazione estrema” che si concreta nella “central sensitization” che è comandata dagli aminoacidi eccitatori . Gli aminoacidi eccitatori che si son veduti protagonisti della cronicizzazione di tutti dolori neurogeni e che danno luogo anche alle forme croniche di cefalea

3. Si è anche osservata alterazione dell’asse asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). In effetti, il nostro gruppo ha svolto uno studio multicentrico che ha messo in evidenza come i pazienti fibromialgici avevano avuto un passato (remoto o meno remoto) di cefalea, una familiarità emicranica, una bassa soglia gastrica, disturbi intestinali, frequenti disturbi genitali (dispareunia nelle donne), problemi di sonno, problemi di concentrazione/memoria. Tutti segni clinici che nascono da un doppio meccanismo: a) Da quello stato che si chiama iperalgesia viscerale ed è legata a sbilanciamento tra sistemi di analgesia deficitari e sistemi di trasmissione del segnale sensitivo/doloroso, iperattivi. b) Altri segni clinici dipendono da un’ alterazione neurometabolica cioè dall’ alterazione dell’asse HPA con alterazione dei livelli di alcuni tra gli ormoni leader dello stress. Ed è innegabile che lo stress sia tra i detonatori e tra i peggiorativi più frequentemente evidenti nel dolore e nei segni di sofferenza del funzionamento viscerale e dell’umore della sindrome fibromialgia.

Citati da Biondi e Peres 17 ago 2005 — 2.3) and chronic .., . Fibromyalgia sufferers are. Headache in Patients with Coexisting Other Pain Disorder. . Nicolodi M

4. Dati di laboratorio ottenuti su campioni di sangue prelevato dai soggetti fibromialgici indicano ulteriori meccanismi in azione: Da molti anni indichiamo il problema della fibromialgia come parzialmente affrontato e come visto in termini ancora troppo confinati al muscolo/all’apparato osteo-tendineo. Abbiamo anche indicato come i parametri umorali, biochimici, quelli che emergono da analisi del sangue specifiche mettano in evidenza un picco massimo di quelli che sono le tachichinine: sostanze che sono presenti nei neuroni che rappresentano la prima stazione di trasduzione del segnale dolore verso il centro, verso le nostre centraline di integrazione/decodificazioni dei segnali che si chiamano talamo e corteccia del sistema del cervello. I neuroni contenenti tachichinine sono capaci anche di trasmettere il segnale al contrario, cioè verso la periferia: verso i tessuti, verso i vasi ed è lì che troviamo le sostanze attive che questi piccoli neuroni contengono e che vengono liberate sotto stimolo “dolore”: Sostanza P, CGRP , VIP. Tutti presenti in quantità molto più ampie nei fibromialgici che non nei soggetti esenti da dolore

5. Anche il Nitrossido, radicale libero che è ubiquitario nel nostro corpo, e viene prodotto in risposta a molte condizioni dall’ infezione virale- tramite le citochine-, al dolore , allo stress

In Conclusione: La fibromialgia è da considerarsi una sindrome ove il dolore è il sintoma che crea maggiore e spesso estremo handicap, ma non per questo è da considerarsi solo questo la malattia intera. Sarebbe come curare solo il dolore dell’infarto senza pensare che alla base del dolore vi sono le coronarie chiuse- Forse quest’esempio è un po’ banale, ma è scelto per rendere l’idea con semplicità.

TERAPIE-LE BASI

a. L’interesse per la trasmissione che vede protagonista la serotonina è un dato storico poiché deriva da esperimenti di laboratorio precisi in cui si riuscì ad indurre fibromialgia reversibile deprivando di serotonina. Serotonina che è anche sostanza di grande rilievo nel mantenimento del buon sonno, del buonumore e benessere

Fibromyalgia and migraine, two faces of the same . …di M Nicolodi · 1996 · Citato da 102 — In this study fibromyalgia sufferers were randomly administered a combination of … Serotonin as the common clue for pathogenesis and therapy. PubMed

Fibromyalgia and headache. Failure of serotonergic analgesia …di M Nicolodi · 1998 · Citato da 62 — A defect in serotonergic analgesia and a hyperalgesic state are proposed as features common to headache and fibromyalgia. The benefit to both migraine and N-methyl-D- aspartate- mediated neuroplasticity… NCBI.

b. Altresì fondato è l’interesse per la modulazione negativa degli aminoacidi eccitatori perché questi sono stati ormai dimostrati essere la matrice caratterizzante il modo specifico di presentarsi di questo dolore: Ridondante e con soglie abbassate rispetto al segnale sensitivo ovunque quindi anche, per esempio a livello intestinale etc.

c. Se sostanze come il CGRP o la SP fossero da contrastare , allora i prodotti contro il CGRP ci sono. Resterebbero da valutare ipotetici effetti avversi sul microbiota e più precisamente sulle proliferazioni batteriche che queste sostanze in natura sanno controllare. Cosa che potrebbe essere fattibile

d. Se , come si è visto e non solo noi, ma molti altri gruppi di ricerca, c’è una larghissima presenza di radicali nitrossido (NO), l’intervento potrebbe anche essere “morbido” , in parole correnti si direbbe: “naturale”. Tale approccio dovrebbe essere da considerare almeno nelle terapie combinate a mezzo d’ intervento sul microbiota. Intervento che notoriamente non è d’assalto, è da dirigere con estrema esattezza, cosa in cui siamo ampiamente indirizzati da esami spettrofotometrici che individuano il DNA del microbiota che è specifico per ciascuno di noi. Più direttamente , in modo blando si dà la possibilità di agire con anti ossidanti specifici o limitando, almeno parzialmente, la produzione di questo messaggero gassoso

e. Parimenti il coinvolgimento dell’asse HPA spesso evidenziato in questa malattia. Parrebbe difficoltoso un approccio diretto su questo sistema che rappresenta il pacemaker della nostra endocrinologia, dell’attività. Al contrario, in data recente, si è visto che il problema può esser “aggirato” agendo in via “naturale” sul microbiota intestinale che può modulare, con lentezza ma buona affidabilità, gli squilibri dell’asse HPA

f. Il sistema che viene attivato dalla cannabis terapeutica sembra rivestire un ruolo neuro-biochimico, quindi terapeutico, di rilievo. Infatti diversi studi preclinici indicano che la cannabis possa determinare un decremento nella funzionalità dell’HPA. Il che, dal punto di vista di patologie in cui il cortisolo venga a aumentare o a perdere il normale bioritmo (fibromialgia, stress, ansia) può essere utile invece che dannoso soprattutto se si pensa che questa azione risulta in un decapitamento dei picchi di cortisolo, ormone dello stress da stimoli emozionali ma anche da dolore e se si pensa che il cortisolo è responsabile di alterazioni vere/anatomiche a livello osteotendineo VEDI STRESS .

g. Inoltre il sistema dei cannabinoidi endogeni, noto per partecipare al mantenimento dell’analgesia ha evidenziato specifiche connessione con la produzione di serotonina legate, per quanto sinora si sa al recettore CB1 (Agonisti: JWI-018, tetraidrocannabinolo, cannabigerolo modulatori negativi (allosterici), cannabidiolo. I cannabinoidi modulano anche la trasmissione GABA-ergica che è la via neurochimica che fa da contrappeso agli aminoacidi eccitatori, che si son detti avere un ruolo fondamentale nel determinare la cronicizzazione del dolore e nel meccanismo della fibromialgia

Cannabinoidi adatti anche alla prevenzione dell’emicrania16 lug 2017 — 3rd EAN Congress Amsterdam 2017, Abstract Nicolodi, et al. Therapeutic Use of Cannabinoids – Dose Finding, Effects and Pilot Data of Effects …Cannabinoids suitable for migraine prevention – European .Neurology Academy Congress, Amsterdam..

Ruolo della decarbossilazione del THC,… – Sicuteri Nicolodi – Sicuteri Nicolodi बाट थप … Fourth, THC effect is increased and tamed by minor cannabinoids, cannabidiol, and… video 2020

h. Un dato fondamentale circa la terapia della fibriomialgia fu messo in evidenza, prima con lavori sperimentali risalenti agli anni 1965-1980, poi con dati clinici del 1970-82 da Federigo Sicuteri che individuò l’importanza del tandem serotonina-noradrenalina nella terapia della fibromialgia D’altra parte, in natura sia la serotonina che la noradrenalina fanno parte dei sistemi di difesa dal dolore. La noradrenalina deriva dalla dopamina che, insieme alla serotonina ha un ruolo fondamentale nel comportamento guidato dalla ricompensa e dalla frustrazione (2017)

i. Il ruolo della noradrenalina e quindi del suo genitore , la dopamina, sostanza guida dei nostri “piaceri e dispiaceri” nella fibromialgia sono messi in risalto dal dato di laboratorio che indica come l’enzima a catecol-O-metiltrasferasi (COMT) sembra avere un polimorfismo genetico cioè mutazione di piccola parte dei geni, polimorfismo che sembra caratterizzare almeno in parte la fibrmialgia primaria e va ad influenzare soprattutto il grado della sensibilità al dolore dei fibromialgici ( Rheumatol Int 2012)

j. Da quanto evidenziato rispetto all’alleanza tra serotonina e noradrenalina deriva l’evidenza che ci sono farmaci che è invece logico non siano per niente utile al contenimento del dolore della fibromiaglia: gli oppioidi. In effetti gli oppiodi interferiscono con il trasporto di serotonina e catecolamine potendo così non indurre analgesia ma limitandosi a indurre sonnolenza indurre o anche effetti difficilmente prevedibili in soggetti che sono contrassegnati da criticità pertinente i sistemi proprio di queste due sostanze (British J. Pharmacology , 2017). In effetti questo era già stato messo in luce da noi per quanto riguarda l’emicrania che comunque riconosce tra i protagonisti del meccanismo praticamente identici alla fibromialgia primaria (Nicolodi Cefalalgia , 1996). Non è quindi un caso che la presenza simultanea di cefalea sia nominata tra i fattori che concorrono a definire in modo chiaro la diagnosi di fibromialgia primaria

Differential sensitivity to morphine challenge in migraine sufferers and headache‐exempt subjects M Nicolodi – Cephalalgia, 1996 –

Nicolodi M. Painful and non-painful effects of low doses of morphine in migraine sufferers partly depend on excitatory amino acids and gamma-aminobutyric acid. Int J Clin Pharmacol Res. 1998;18(2):79-85. PMID: 9675625. PubMed

TERAPIE COMBINATE

Perché se le Diagnosi Sono Eguali i Malati Sono Sempre Diseguali e Ognuno Ha “ il suo Tallone d’Achille”

Tutte le volte che si affianca a una strategia che chiameremo A una strategia B lo si fa poiché i dati che abbiamo ottenuto da test ed esami mostrano un evidente specifico coinvolgimento di più di una causa. La malattia quindi non sarebbe completamente o adeguatamente controllata se non ci rivolgessimo a tutte le maggiori cause d’origine evidenziate. Questo modo di curare deve esser basato su fatti e non sul caso, le associazioni debbono indurre potenziamento d’effetto terapeutico. Facciamo di seguito un esempio di terapie combinate: lo ipotizziamo basato su sostanze interamente naturali e che deve aver come substrato funzionante l’intestino e chiama in causa il microbiota (punto dell’elenco delle cause) producendo un effetto – naturale- , mediato dalla SAMe (vedi metilazione tra cause e meccanismi epigenetici ) sul sistema degli aminoacidi eccitatori ( al punto 2 delle cause e caratteristiche) , protagonisti di iperalgesia e allodinia (al punto 3), ci avvarremo quindi di almeno 3 punti d’azioni e di nessun farmaco di sintesi, nella fattispecie dell’esempio

FIBRIOMIALGIA IN 5 PUNTI

1- La fibromialgia non è un problema muscolare e non è un‘infiammazione

2- La fibromialgia è caratterizzata da abbassamento della soglia al dolore (che niente ha a che fare con la tolleranza al dolore) che , insieme all’ allodinia evidenzia l’origine centrale – cioè nel sistema troncoencefalico- di questa condizione patologica

3- la fibromialgia è una sindrome che è dettata proprio dal dissesto dei sistemi che ci difendono dal dolore (analgesia) rispetto alla ridondanza dei sistemi che trasmettono il segnale sensitivo- doloroso ( sensibilizzazione centrale- potenziamento dei neuroni che raccolgono e trasmettono il segnale sensitivo/doloroso)

4- la fibromialgia non viene più considerata solo dolore in definiti punti ma una sindrome complessa dove c’è dolore , rigidità ed anche molti altri sintomi a carico di organi e apparati

5- La fibromialgia deve esser considerata una sindrome che investe col dolore anche i visceri, anche le funzioni autonomiche con disturbi del tratto digestivo o con disturbi del ritmo sonno veglia, e anche le funzioni integrate come per esempio l’ attenzione o la memoria